«C'era lo stato di necessità», Beppe Caccia prosciolto per il soccorso ai migranti con la Mare Jonio

Beppe Caccia a bordo della Mare Jonio
VENEZIA - È stata notificata la decisione con cui la giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, accogliendo le richieste dei...

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VENEZIA - È stata notificata la decisione con cui la giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, accogliendo le richieste dei Procuratori della Repubblica  Salvatore Vella e Cecilia Baravelli, ha definitivamente archiviato l’inchiesta per il soccorso del 9 maggio 2019 e ha prosciolto così il comandante Massimiliano Napolitano e il capomissione e armatore della Mare Jonio Beppe Caccia da ogni accusa a loro carico.

Secondo il tribunale hanno agito “in stato di necessità” e “nell’adempimento del dovere di salvataggio, previsto dal diritto nazionale e internazionale”. E nel dispositivo si legge  come “non si possa considerare la Libia un place of safety”, porto sicuro, viste le condizioni in cui “alcune migliaia di richiedenti asilo, migranti e rifugiati versano in detenzione arbitraria, sottoposti a torture e a trattamenti inumani e degradanti, in violazione dei loro diritti umani.”

Infine, la GIP Micaela Raimondo – in merito alle asserite violazioni del Codice della Navigazione – osserva come proprio dalle ispezioni effettuate dalla Guardia Costiera in sede di indagini emerga che la Mare Jonio è “attrezzata per svolgere, se necessario, attività di salvataggio di vite umane in mare e il suo personale adeguatamente formato.” Ma, come anche, appunto, “nell’ordinamento italiano non sia prevista una certificazione SAR per le imbarcazioni civili impegnate nello svolgimento” di questa attività.

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Il Gazzettino