BELLUNO - Il futuro è adesso, alla Marcolin, per lo meno. Basta entrare nello stabilimento di Longarone (o nella nuova fabbrica di Fortogna, a pochi chilometri dal paese...
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«Al centro mettiamo la qualità del prodotto. E il prodotto di qualità ha un'identità precisa. Per questo, abbiamo investito qui, a Longarone, e abbiamo puntato sulla formazione di ragazzi con una precisa identità - spiega Giovanni Zoppas, amministratore delegato di Marcolin -. Molti giovani lavorano con noi oggi: sono figli di proprietari di ex laboratori, ragazzi che hanno sempre mangiato pane e occhiali. La formazione che facciamo non parte dalla tecnica di lavoro: l'affiancamento alle figure più esperte è la seconda fase. Prima c'è un percorso di comprensione dei valori e del dna dell'azienda; un fatto culturale prima che economico e produttivo». Una filosofia che sembra dar ragione a Marcolin: nel 2015 quasi 15 milioni di occhiali made in Longarone sono finiti davanti gli occhi di altrettanti clienti. Un giro d'affari da 432 milioni di euro (con un balzo in avanti del 19% rispetto al 2014; addirittura +111% rispetto al 2012, anno in cui PAI Partners, primario operatore di private equity a livello europeo, è entrato nella famiglia Marcolin).(((tormend))) Anche il portafoglio dà ragione all'approccio incentrato sul prodotto. Lo sanno bene Tom Ford, Moncler, Ermenegildo Zegna, Montblanc, Roberto Cavalli, Timberland e Swarovski, solo per citare alcuni dei marchi finiti in orbita Marcolin. Non male per un'azienda nata nello scantinato di una casetta di Vallesella (in Centro Cadore), come laboratorio di lavorazione del metallo.
«Vogliamo continuare ad essere una famiglia - continua Zoppas -. Per questo investiamo sui giovani. Vogliamo che i lavoratori entrino nel processo di formazione dell'occhiale».
Un processo che dura 20 giorni. Una gestazione tutta giocata tra i due stabilimenti di Longarone e Fortogna. Dal disegno di una montatura alla progettazione tecnica. Dal prototipo alla produzione industriale. Basata sulle proiezioni del mercato, non sugli ordini. Senza necessità di «fare magazzino». Perché l'occhiale è fatto per surfare sul mercato, soprattutto internazionale. In particolar modo il mercato che cerca l'Italia. «L'occhiale è un prodotto che somma saperi specifici e design, arte e tecnologia - conclude Zoppas -. È il più accessibile tra i prodotti marchiati aspirazionali».(((tormend)))
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Il Gazzettino