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VENEZIA - Sono ore decisive per la liberazione di Marco Zennaro. Pur con la massima cautela, che comprensibilmente avvolge la delicata vicenda, dal Sudan trapela la notizia che l'imprenditore del Lido di Venezia potrebbe essere ormai prossimo al ritorno in Italia, dopo quasi un anno di restrizioni. Fra ieri e oggi sarebbe infatti in corso, al Tribunale di Khartoum, la ratifica dell'accordo economico per il suo rilascio.
Marco Zennaro: il prezzo della libertà
Il prezzo della sua libertà è stato quantificato in 200.000 euro. Soldi trovati attraverso una raccolta di fondi promossa da Unioncamere Veneto, a cui hanno concorso singoli imprenditori, associazioni di categoria e nomi illustri, come quello del sindaco Luigi Brugnaro. Il sostegno del primo cittadino lagunare è finora l'unico ad essere diventato di pubblico dominio. I 50.000 euro del suo contributo sono stati tratti dal fondo vincolato, e destinato a finalità sociali, su cui vengono accreditate le indennità mensili a cui il fucsia rinuncia.
Il rilascio di Zennaro: le tappe
Ora è cruciale la vidimazione dell'accordo da parte delle autorità giudiziarie sudanesi. Dopodiché dovranno essere sbrigati gli adempimenti necessari al rimpatrio di Zennaro. Dunque l'attesa non è ancora finita, ma filtra un moderato ottimismo dagli ambienti vicini all'imprenditore, trattenuto nel Paese africano dal 1° aprile 2021. La prudenza è legata anche al quadro internazionale complessivo, dal momento che la trattativa è arrivata alle battuti finali proprio quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina. Il continente è un altro, ma non mancano le connessioni. In questi giorni il generale Dagalo, che è vicepresidente del Consiglio sovrano del Sudan, ha confermato la volontà di Khartoum di dare ospitalità a Mosca sul proprio territorio. Al ritorno dopo una visita di sei giorni in Russia, l'alto ufficiale ha annunciato: «Abbiamo 730 chilometri lungo il Mar Rosso. Se un Paese vuole aprire una base ed è nel nostro interesse e non minaccia la nostra sicurezza nazionale, non abbiamo problemi a trattare con nessuno, russo o no». Parole che hanno alzato il livello di tensione con gli Stati Uniti.
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