Marco Zennaro, conto alla rovescia: la libertà dell'imprenditore veneziano costerà 200mila euro

VENEZIA - Sono ore decisive per la liberazione di Marco Zennaro. Pur con la massima cautela, che comprensibilmente avvolge la delicata vicenda, dal Sudan trapela la notizia che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

VENEZIA - Sono ore decisive per la liberazione di Marco Zennaro. Pur con la massima cautela, che comprensibilmente avvolge la delicata vicenda, dal Sudan trapela la notizia che l'imprenditore del Lido di Venezia potrebbe essere ormai prossimo al ritorno in Italia, dopo quasi un anno di restrizioni. Fra ieri e oggi sarebbe infatti in corso, al Tribunale di Khartoum, la ratifica dell'accordo economico per il suo rilascio.

Marco Zennaro: il prezzo della libertà

Il prezzo della sua libertà è stato quantificato in 200.000 euro. Soldi trovati attraverso una raccolta di fondi promossa da Unioncamere Veneto, a cui hanno concorso singoli imprenditori, associazioni di categoria e nomi illustri, come quello del sindaco Luigi Brugnaro. Il sostegno del primo cittadino lagunare è finora l'unico ad essere diventato di pubblico dominio. I 50.000 euro del suo contributo sono stati tratti dal fondo vincolato, e destinato a finalità sociali, su cui vengono accreditate le indennità mensili a cui il fucsia rinuncia. Quindi è stata necessaria una delibera di giunta per autorizzare il prelievo. L'importo complessivo è previsto dalla bozza di intesa che in questi mesi è stata seguita dall'Ambasciata italiana in Sudan, a sua volta in collegamento con l'Unità di crisi della Farnesina, per trovare una soluzione extragiudiziaria alla vicenda processuale. Il 47enne è stato assolto in tre procedimenti, ma è pendente l'appello di una causa civile, sempre per l'accusa di aver consegnato una partita di trasformatori difettati. Abdallah Esa Yousif Ahamed, il miliziano che è zio del generale Mohamed Hamdan Dagalo detto Hemeti e che contesta al veneziano il presunto raggiro, ha proposto il versamento di una somma forfettaria a saldo e stralcio, con rinuncia all'intera fornitura dei macchinari.


Il rilascio di Zennaro: le tappe

Ora è cruciale la vidimazione dell'accordo da parte delle autorità giudiziarie sudanesi. Dopodiché dovranno essere sbrigati gli adempimenti necessari al rimpatrio di Zennaro. Dunque l'attesa non è ancora finita, ma filtra un moderato ottimismo dagli ambienti vicini all'imprenditore, trattenuto nel Paese africano dal 1° aprile 2021. La prudenza è legata anche al quadro internazionale complessivo, dal momento che la trattativa è arrivata alle battuti finali proprio quando è scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina. Il continente è un altro, ma non mancano le connessioni. In questi giorni il generale Dagalo, che è vicepresidente del Consiglio sovrano del Sudan, ha confermato la volontà di Khartoum di dare ospitalità a Mosca sul proprio territorio. Al ritorno dopo una visita di sei giorni in Russia, l'alto ufficiale ha annunciato: «Abbiamo 730 chilometri lungo il Mar Rosso. Se un Paese vuole aprire una base ed è nel nostro interesse e non minaccia la nostra sicurezza nazionale, non abbiamo problemi a trattare con nessuno, russo o no». Parole che hanno alzato il livello di tensione con gli Stati Uniti.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino