Travaglio insulta il ministro Nordio, gli avvocati veneti lo difendono: «Solo fango e falsità»

Il direttore de Il Fatto Quotidiano: "Il pm era noto negli ambienti giudiziari come El Mona"

VENEZIA - La commissione Giustizia del Senato ha deciso di avviare un'indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni, anche in vista della riforma complessiva...

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VENEZIA - La commissione Giustizia del Senato ha deciso di avviare un'indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni, anche in vista della riforma complessiva annunciata dal ministro Carlo Nordio. Un progetto che in Veneto è stato criticato dall'Associazione nazionale magistrati, cioè da coloro che erano i colleghi dell'ex procuratore aggiunto di Venezia, mentre gli avvocati si sono schierati in difesa del loro antico avversario. I vertici della categoria hanno infatti reagito agli insulti rivolti da Marco Travaglio al Guardasigilli, accusando il direttore del Fatto Quotidiano di aver puntato «la sua macchina del fango» contro il trevigiano.

L'EDITORIALE
L'editoriale pubblicato martedì 13 cominciava così: «Non vogliamo credere a un amico avvocato, secondo il quale il pm Carlo Nordio era simpaticamente noto negli ambienti giudiziari veneziani come el Mona. Ma sappiamo che è molto spiritoso. Infatti le sue riforme fanno scompisciare dal ridere». Nel mirino del giornalista sono finiti appunto i rilievi del ministro all'utilizzo delle captazioni telefoniche, ma anche i suoi propositi sulla separazione delle carriere. Ieri gli avvocati veneti sono insorti, con un intervento sul giornale Il Dubbio firmato dai presidenti Federica Santinon (Ordine degli avvocati di Venezia), Federico Vianelli (Unione delle Camere penali del Veneto) e Renzo Fogliata (Camera penale veneziana). Innanzi tutto per fornire due smentite.
La prima riguarda la presunta confidenza ricevuta da Travaglio: «Stupidaggine perché il Ministro, come magistrato, poteva piacere o non piacere, ma tutta la classe forense gli riconosceva intelligenza, cultura e, soprattutto, a differenza di una moltitudine di nani e ballerine, onestà intellettuale. Lui era un avversario leale, un interlocutore affidabile, un uomo di parola». La seconda attiene al misterioso legale che avrebbe riferito quell'offesa: per i tre presidenti, non esiste «alcun avvocato, degno di toga, che possa essere amico di Marco Travaglio, perché l'amicizia presuppone comunanza e affinità di idee che ci separano ineluttabilmente dal direttore del Fatto Quotidiano».

IL DIBATTITO
Quest'ultimo aveva anche scritto, sempre a proposito di Nordio: «Vuol riformare pure l'avviso di garanzia (s'è trasformato in condanna mediatica anticipata) e il registro degli indagati (è diventato fonte di delegittimazione di persone neppure imputate). Ecco: per qualche rincog**onito che sente dire avviso di garanzia e capisce condanna definitiva, o indagato e pensa imputato (ma che gente frequenta, il ministro?), si butta via tutto». Toni inaccettabili per gli avvocati Santinon, Vianelli e Fogliata, i quali li ritengono «l'ennesima riprova di come un organo di informazione possa inquinare ogni possibile sereno dibattito sulla giustizia penale, coltivando e solleticando i più biechi e pruriginosi istinti giustizialisti». Lo scorso anno proprio le Camere Penali, «già attinte in passato dai suoi schizzi di fango», avevano raccolto le firme per una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare sulla separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti.
«Ancora una volta concludono i rappresentanti dell'avvocatura veneta Travaglio non ha perso l'occasione di manifestare tutta la propria fobia (non vi è altro modo per definirla) per garanzie e diritti, che per lui sono soltanto un ostacolo a quella giustizia del popolo che tanto lo affascina. Purtroppo per lui è finita l'epoca di un ministro come Alfonso Bonafede, pronto a confondere imputati e condannati, sentenze e condanne, indagini e sentenze. Dopo quella trista parentesi, in cui si è toccato probabilmente il fondo in via Arenula, Cartabia, prima, e Nordio, ora, ci ricordano che esistono ancora principi e regole, posti a tutela di tutti».


 

 

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Il Gazzettino