Marco Polo, nuova scoperta in un documento vecchio di sette secoli

Il chiostro del'Archivio di Stato di Venezia: 70 chilometri di documenti originali della Serenissima
VENEZIA - Marco Polo, nuova scoperta nell'Archivio di Stato di Venezia da parte di un'equipe di giovani studiosi dell'Università Cà Foscari. Un documento...

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VENEZIA - Marco Polo, nuova scoperta nell'Archivio di Stato di Venezia da parte di un'equipe di giovani studiosi dell'Università Cà Foscari. Un documento vecchio di sette secoli, finora ignoto e inedito, fornisce nuove informazioni sulla biografia del mercante e viaggiatore veneziano, dopo il suo ritorno nella città lagunare, e un anno prima della morte.


A fare la scoperta è stato Marcello Bolognari, da poco laureato a Cà Foscari e borsista dell'ateneo veneziano nel quadro del progetto «Biflow»: ha rinvenuto un documento in cui compare il nome di Marco Polo. Il documento è datato 1323 e riguarda l'accettazione di alcuni lasciti testamentari di Giovanni dalle Boccole da parte dei frati predicatori del convento veneziano di SS. Giovanni e Paolo, riuniti in capitolo. Tra i testimoni di questa accettazione vi è il famoso viaggiatore «Marco Paulo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi»: si tratta senza ombra di dubbio del Marco Polo conosciuto, che, come noto, risiedeva in quella zona della città, dove il padre Nicolò e lo zio Maffeo avevano acquistato una casa. A riprova che non si tratti di certo di un caso di omonimia, il fatto che nel lungo elenco dei frati riportati nel documento,  figurano Benevenuto e Centorio, ossia i domenicani di SS. Giovanni e Paolo espressamente nominati da Marco Polo nel suo testamento dell'anno seguente.


La pergamena offre informazioni nuove sulla vita, poco o nulla documentata, di Marco Polo dopo il ritorno a Venezia. Traccia il disegno, sommario ma significativo, di un uomo non solo attivo nella gestione delle attività commerciali di famiglia, ma pure coinvolto nella vita religiosa contemporanea, in particolare quella dell'ordine domenicano. Il documento offre un appiglio documentario all'affascinante ipotesi che, dopo il rientro a Venezia dalla prigionia genovese, Polo si sia dedicato alla revisione dell'opera (redatta a Genova con Rustichello da Pisa, negli anni intorno al 1298), lavorando in collaborazione con i Domenicani di SS. Giovanni e Paolo; tale revisione è testimoniata dalla fisionomia della redazione latina del manoscritto cosiddetto Z del celeberrimo "Milione", che numerose testimonianze suggeriscono prodotta a Venezia, in ambito appunto domenicano.
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Il Gazzettino