Marcello Bianchin come Djokovic, Bolt o Messi: 20 scudetti, è il re dei birilli

Marcello Bianchin, il re dei birilli con venti scudetti sul petto
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TREVISO - Ogni sport ha i suoi campione. Quei personaggi che a suon di vittorie appassionano i tifosi e collezionano record, migliorando i risultati di chi li ha preceduti e alimentando battaglie epiche con i loro avversari. Quegli atleti che regalano spettacolo e che entrano di diritto nella storia della loro disciplina, e a volte non solo. Se sui campi da tennis, solo per parlare dei tempi più recenti, non si possono dimenticare il serbo Novak Djokovic (24 successi in 36 finali del Grande Slam) o lo spagnolo Rafael Nadal (22 vittorie su in 30 finali), se nell’atletica tutti conoscono il giamaicano Usain Bolt (8 medaglie olimpiche e 11 mondiali, detentore del record del mondo nei 100 metri con 9’’58, nei 200 con 19’’19 e nella 4x100 con 36’’84), se in vasca nessuno è stato capace di eguagliare il nuotatore americano Micheal Phelps (l’olimpionico più decorato della storia con 28 medaglie), e se nel calcio rimarrà unica l’eterna sfida tra Lionel Messi e Cristiano Ronaldo (13 Palloni d’oro totali, 8 l’argentino e 5 il portoghese), anche i birilli hanno il loro campione indiscusso, ovvero il trevigiano Marcello Bianchin, “cecchino” in grado di conquistare venti scudetti. Nessuno come lui.


IL PERSONAGGIO

Marcello Bianchin è senza dubbio il più grande giocatore che il gioco di birilli abbia mai prodotto. Uno di quegli atleti che, rispetto agli altri, ha avuto un qualcosa in più e che è stato capace di garantire continuità alla propria squadra nell’arco dei campionati come pochi. Il campione di Treviso, ex responsabile alle vendite alle Sorelle Ramonda, e prima ancora ai magazzini Sira di Vedelago, ora in pensione, è come detto il più scudettato in assoluto e tutti i 20 tricolori sono stati vinti con un’unica società, ovvero la Glicini, prima sponsorizzata da Giraldo e ora da Fasolato. A dimostrazione la serietà di Bianchin e il suo amore per questa società. Nella storia di questo sport soltanto Giovanni Rui potrebbe essere accostato al campione trevigiano. 


LA PASSIONE

«Siamo giocatori diversi - afferma Bianchin, parlando proprio di Rui - Io, una volta colpito l’otto, cerco anche il sei, mentre Rui una volta abbattuto l’otto giocava subito davanti con la sua famosa piastra tesa per cercare di far cadere più birilli possibile. Chi vincerebbe in una sfida tra noi? Sarebbe una bella partita ma è sempre difficile fare questi paragoni. È come chiedere chi è più forte tra Pelè, Maradona, Messi o Ronaldo». Per Bianchin, però, non ci sono solo i birilli. Ora che è in pensione può infatti coltivare i suoi hobby, tra cui la moto che gli permette di fare lunghe gite con la moglie e gli amici. E poi ci sono il tennis e il biliardo (sia boccette che americana). Nella sua carriera ha fatto incetta di primi posti nelle gare a premi, tanto da non ricordarle nemmeno tutte. E poi ci sono i record: con venti piastre, in una gara ufficiale, è arrivato a 74 punti, 53 quelli con dieci piastre e 190 punti con sessanta piastre mentre in allenamento è arrivato a 212, una media di 35 punti ogni dieci piastre.

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Il Gazzettino