Maratona per "soli bianchi", il parroco social attacca dal pulpito: «Abominevole»

Maratona per "soli bianchi", il parroco social attacca dal pulpito: «Abominevole»
GODEGO - C'è chi, con sdegno, parla di apartheid sportiva; gli organizzatori triestini di «provocazione contro lo sfruttamento degli atleti africani». E...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
49,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
4,99€
Per 3 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
99,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GODEGO - C'è chi, con sdegno, parla di apartheid sportiva; gli organizzatori triestini di «provocazione contro lo sfruttamento degli atleti africani». E anche se c'è stata una marcia indietro con la "ri-ammissione" degli stranieri in un primo tempo esclusi dalla mezza Maratona di Trieste del 5 maggio prossimo. Chi proprio non ha voluto far passare il caso sottovoce, è stato il parroco di Godego, don Gerardo Giacometti,  che ieri nell'omelia ha tuonato: «L'idea che fermare degli atleti sia come fermare una batteria di cani è abominevole». Dha cavalcato il clamore del popolarissimo Trieste Running Festival prendendo una posizione netta rivolgendosi ai fedeli.

«Gli organizzatori hanno fatto marcia indietro dicendo che era stata una provocazione, può darsi, ma l'operazione lascia qualcosa di amaro. L'idea del bianco e del nero. L'idea che fermare alcuni atleti sia come fermare dei cani». Una metafora forte, a commento del Vangelo sull'incredulità di San Tommaso. Perché secondo don Gerardo, San Tommaso siamo tutti noi, con le nostre perplessità, i nostri sospetti di essere raggirati e la ricerca sempre di prove concrete e convincenti.
«Gesù ci insegna un altro percorso - ha spiegato il parroco -una conoscenza sulle strade dell'attesa, della benevolenza, della gratuità, dello stupore. Senza questi atteggiamenti non si comprende nulla nè degli altri nè di Dio». E qui don Gerardo ha portato l'esempio sportivo di Trieste ma di cui si parla in tutta Italia e anche all'estero. 
«La verità chiede pazienza, rispetto, chiede di usare con attenzione le armi della provocazione perché potrebbero colpire anche coloro che si volevano difendere». 


Insomma don Gerardo ha voluto attualizzare il Vangelo domenicale con i fatti che succedono intorno a noi, riuscendo a colpire di nuovo nel segno. Non è la prima volta che don Gerardo affronta temi scottanti. Dalla diapositiva di un tagliagole dell'Isis sparata in chiesa («ci siamo mai chiesti se anche dentro il nostro cuore si nasconde l'oscurità?»), alla battaglia contro il divieto di raccolta del ferro per le parrocchie; dall'attacco a Save per la pubblicità O viaggi o ti sposi («Ironia? Vedremo quando sui charter dovranno imbarcare solo anziani») fino all'iconico «Spegnete la tv e fate più figli», con successivo boom di iscritti al corso per fidanzati.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino