GODEGO - C'è chi, con sdegno, parla di apartheid sportiva; gli organizzatori triestini di «provocazione contro lo sfruttamento degli atleti africani». E...
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«Gli organizzatori hanno fatto marcia indietro dicendo che era stata una provocazione, può darsi, ma l'operazione lascia qualcosa di amaro. L'idea del bianco e del nero. L'idea che fermare alcuni atleti sia come fermare dei cani». Una metafora forte, a commento del Vangelo sull'incredulità di San Tommaso. Perché secondo don Gerardo, San Tommaso siamo tutti noi, con le nostre perplessità, i nostri sospetti di essere raggirati e la ricerca sempre di prove concrete e convincenti.
«Gesù ci insegna un altro percorso - ha spiegato il parroco -una conoscenza sulle strade dell'attesa, della benevolenza, della gratuità, dello stupore. Senza questi atteggiamenti non si comprende nulla nè degli altri nè di Dio». E qui don Gerardo ha portato l'esempio sportivo di Trieste ma di cui si parla in tutta Italia e anche all'estero.
«La verità chiede pazienza, rispetto, chiede di usare con attenzione le armi della provocazione perché potrebbero colpire anche coloro che si volevano difendere».
Insomma don Gerardo ha voluto attualizzare il Vangelo domenicale con i fatti che succedono intorno a noi, riuscendo a colpire di nuovo nel segno. Non è la prima volta che don Gerardo affronta temi scottanti. Dalla diapositiva di un tagliagole dell'Isis sparata in chiesa («ci siamo mai chiesti se anche dentro il nostro cuore si nasconde l'oscurità?»), alla battaglia contro il divieto di raccolta del ferro per le parrocchie; dall'attacco a Save per la pubblicità O viaggi o ti sposi («Ironia? Vedremo quando sui charter dovranno imbarcare solo anziani») fino all'iconico «Spegnete la tv e fate più figli», con successivo boom di iscritti al corso per fidanzati.
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Il Gazzettino