Mar Rosso. Pinarello: «Per evitare i missili i nostri container passano attorno all'Africa»

Fausto Pinarello
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TREVISO - E dire che i bilanci sorridono: più 30% di vendite rispetto allo scorso anno, clienti soddisfatti, produzione che va a gonfie vele. Ma i venti di guerra che arrivano dal Mar Rosso preoccupano anche un marchio leader mondiale nel settore della bicicletta e del lusso come Pinarello. Nella sede di Treviso, Fausto Pinarello osserva i conti e scruta un futuro che rischia di essere non proprio roseo.

Pinarello, come incide sulla vostra produzione quanto accade nel Mar Rosso?
«Le conseguenze iniziamo a sentirle. I costi di trasporto sono triplicati e i tempi di attesa delle componenti e delle materie prime, aumentati del 50%».


Dipendete tanto dalla produzione estera?
«Noi importiamo da Taiwan parti importanti come stampi, telai al grezzo, gomme, componenti per i freni e i cambi. Sono tutti prodotti di altissima qualità che utilizziamo per i nostri modelli. Negli impianti trevigiani invece progettiamo e assembliamo tutto con cura».


E tutto questo viaggia via nave?
«La maggior parte. Ma da fine dicembre, quando la crisi nel Mar Rosso si è fatta più acuta, stiamo scegliendo navi che passano per il Capo di Buona Speranza per evitare le zone di guerra».


Tragitto più lungo...
«Le navi devono transitare sotto l'Africa e poi risalire, ma non c'è alternativa visto quanto sta accadendo nel Mar Rosso. Per noi significa costi triplicati e attesa della merce che aumentano del 50%. Se prima un carico ci arrivava in 25 giorni, adesso lo fa in 40. Mediamente bisogna calcolare due settimane in più di viaggio».


Alternative?
«Già da tempo, per accorciare i tempi, usavamo la via aerea. In condizioni normali lo facevamo per rimediare a qualche ritardo. Ovviamente ha un costo diverso, ma sopportabile per quantità non eccessive».


E utilizzare i cargo può essere una soluzione definitiva?
«Non credo, dovremo trovare anche alternative diverse. Penso al treno: so che molte imprese, in questi giorni così difficili, stanno organizzando trasporti via ferrovia. Penso che lo faremo anche noi».


Col treno sarete costretti a fare ordinativi minori.
«Ovviamente un treno non trasporta tanta merce quanto un mercantile, ma si possono fare più viaggi».


Come si contengono i costi?
«Il prezzo del container è aumentato, anzi raddoppiato. Bisogna quindi sfruttarlo bene cercando di riempirlo con materiale di qualità».


Ci sono conseguenze dal punto di vista economico?
«La nostra fortuna è che tutto questo sta capitando in un momento molto positivo per l'azienda. Rispetto allo scorso anno abbiamo un 30% in bilancio e riusciamo a gestire la situazione».


Che tradotto significa che non ci saranno aumenti.


«No, i nostri prodotti sono già di fascia alta e quindi siamo in grado ancora di giostrarci. Me se la situazione dovesse continuare i problemi non mancheranno».
P. Cal. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino