OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MESTRE - Nessuno ha voglia di parlare, nel quartiere Bissuola, in via Servi di Maria, dove Manuel Tripargoletti, 25 anni, abitava con altri tre coinquilini. Il giovane, originario di Cosenza, è rimasto ucciso nella notte tra sabato e domenica, all'altezza del centro Vega, quando un treno proveniente da Venezia ha centrato in pieno il giovane, morto sul colpo, e ferito, per fortuna in modo non grave, l'amico che era con lui. Proprio quest'ultimo ha dichiarato che, al momento dell'impatto, stavano attraversando i binari per raggiungere un bancomat che si trova dall'altra parte della ferrovia.
IL CONDOMINIO
L'incidente ha lasciato la comunità mestrina senza parole. Il quartiere Bissuola, dove abitava lo studente calabrese, che si era da poco laureato in Scienze motorie, è chiuso nel silenzio. Ci sono poche persone per strada e anche il condominio in cui il ragazzo abitava ha molte finestre chiuse, un po' per il caldo, un po' per le assenze estive dovute al weekend, un po' probabilmente anche per riservatezza e la poca voglia di commentare la vicenda.
L'unico coinquilino di Manuel presente nell'abitazione declina con gentilezza ma con fermezza l'invito a parlare dell'accaduto: «Sono da solo in casa, non mi va di parlare, non è il momento». Anche gli altri residenti del condominio, in una zona residenziale insolitamente tranquilla per essere a due passi dal centro di Mestre, non vogliono parlare. I social restituiscono l'immagine di Manuel come di un ragazzo attivo, che giocava a calcio con il ruolo di centrocampista e insegnava in una scuola di calcio della sua regione. La Polisportiva San Michele Donnici, presso la quale Manuel aveva giocato, lo ricorda così: «Manuel era un giovane brillante e un ragazzo splendido di spiccate qualità morali. Rimarrai nei nostri ricordi e nel nostro cuore per sempre, Manuel. Alla famiglia tutta la nostra vicinanza e l'abbraccio affettuoso di tutta la nostra Polisportiva. Onorati di averti conosciuto e averti avuto con noi, in una stagione nella quale ti sei fatto valere, regalando ottime prestazioni e anche reti decisive. Ci piace ricordarti così». Una passione, quella dello sport, che si era tradotta anche nello studio, portandolo a iscriversi alla facoltà di Scienze Motorie e Sportive di Catanzaro, dove si era di recente laureato. Un'amica lo ricorda sui social «sorridente tra i banchi di scuola, così voglio ricordarti», scrive. «Un abbraccio fin lassù, dona la pace e la rassegnazione a chi resta qui».
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino