Patente nuova per Manuel Bortuzzo, esame ok: «Altra grande conquista»

TREVISO - Rinascere tornando a stringere un volante e riassaporando la possibilità di spostarsi autonomamente. Rinascere è il titolo che Manuel Bortuzzo ha dato al...

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TREVISO - Rinascere tornando a stringere un volante e riassaporando la possibilità di spostarsi autonomamente. Rinascere è il titolo che Manuel Bortuzzo ha dato al proprio libro. Ma soprattutto è il suo stile di vita dopo quella tragica notte di inizio febbraio a Roma, dove lui, promessa del nuoto italiano, si era trasferito per allenarsi nel centro federale di Ostia in vista delle Olimpiadi. Un colpo di pistola nell'oscurità l'ha invece costretto in carrozzina. Ora si procede a piccoli passi. Non è un paradosso per un ragazzo che punta a tornare a rimettersi in piedi e a camminare senza per forza attendere imprevedibili progressi della scienza. Ieri ha messo un nuovo tassello. 


VIDEO Manuel Bortuzzo a Che Tempo Che Fa, la speranza di poter tornare a camminare
MANUEL BORTUZZO SU INSTAGRAM
LA SPERANZA La speranza di Manuel «Danni non definitivi tornerò a camminare»
   
MANUEL BORTUZZO GUIDA L'AUTO: VIAGGIO VERSO ROMA
A dieci mesi da quello sparo, Manuel ha superato l'esame di guida con l'auto dotata di comandi manuali. È arrivato davanti alla Motorizzazione di Treviso poco prima delle 8.30, accompagnato dal papà Franco Bortuzzo e dalla mamma Rossella. Qui è salito a bordo della Fiat Punto dell'autoscuola per fare l'esame, lasciando la carrozzina nel parcheggio. E poi ha portato a termine in modo impeccabile il giro per le strade della città. 
 
Il suo primo viaggio sarà verso Roma. Si metterà alla guida della Jeep Renegade che gli è stata regalata dalla proprietà e dai dipendenti della concessionaria De Bona, dove lavora il padre. La consegna è andata in scena nel primo pomeriggio di ieri nella sede di Vicenza. 

Manuel, tecnicamente si è trattato di un accertamento da parte della Motorizzazione, visto che avevi già la patente. Com'è andato? 
«Per me è stata un'altra conquista. Potrebbe sembrare piccola, sì, ma è fondamentale. Lo ripeto spesso: consiglio a tutti di cercare l'indipendenza il prima possibile. Perché indipendenza vuol dire libertà. E la libertà è felicità. Io adesso potendo tornare a muovermi autonomamente sarò ancora più felice». 

È stato difficile imparare a guidare con un sistema manuale? C'è stato per caso qualche timore di non riuscire a passare l'esame? 
«No, è stato molto semplice. Ho la patente già da due anni. Quindi non è stato troppo difficile adattarsi ai nuovi comandi. Niente di particolarmente speciale. Ormai la tecnologia è arrivata a un livello davvero altissimo. Ora guido semplicemente tenendo in mano una levetta che mi consente di accelerare e di frenare. Si tratta di un sistema molto intuitivo». 

La concessionaria De Bona ha voluto regalati una nuova Jeep Renegade per accompagnarti in questo tratto di rinascita. 
«Mi hanno fatto un gran regalo e io non posso far altro che ringraziarli infinitamente». 

Pronto per il primo viaggio da Treviso verso la Capitale? 
«Si, adesso tornerò a Roma. E poi utilizzerò la macchina per andare ad allenarmi in piscina e per andare a trovare gli amici e per far festa con loro. Insomma, per fare tutte le cose che ho sempre fatto». 

Quali sono le sensazioni dopo la pubblicazione del libro? Il sottotitolo dice: L'anno in cui ho ricominciato a vincere.
«Sta andando benissimo. Negli ultimi giorni ho fatto delle presentazioni tra Treviso e Montebelluna. C'era veramente tantissima gente. Sento sempre un grande affetto. Assolutamente. Colgo l'occasione per mandare un abbraccio a tutte le persone di Treviso e della sua provincia, che si sono fatti sentire, eccome se si sono fatte sentire». 

Le prossime tappe e le prossime sfide? 
«Continuare ad allenarmi in modo costante. Continuare a fare quello che sto facendo. Sento che sono sulla strada giusta per arrivare a grandi risultati». 

A cominciare dall'obiettivo di tornare a camminare senza per forza attendere un miracolo della scienza? 
«Esatto. Non si aspetta proprio niente. Ci si fa il mazzo per vedere cosa si può recuperare: il più possibile. C'è una piccola speranza di fare qualcosa di buono. Quindi si va avanti così, semplicemente».


 
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Il Gazzettino