MESTRE - Fanno la guardia al bidone e per loro, abituati a lavorare nei grandi cantieri, non è entusiasmante, anche perché da due mesi non prendono lo stipendio e la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA PROTESTA Ieri mattina una sessantina degli 85 lavoratori rimasti, dopo che 31 hanno dato le dimissioni, si è piazzata in sciopero a presidiare l'entrata del terminal Venice Ro-Port Mos, il terminal traghetti di Fusina dove la CoGemantovani ha uno dei tre appalti ancora attivi, oltre a quelli per i servizi all'ospedale dell'Angelo di Mestre e a quello di Trento. Hanno scelto quel luogo, dopo aver protestato anche a Padova (dove c'è la sede locale dell'Azienda, e nel Rodigino da dove provengono parte dei lavoratori, oltre che da Ferrara e dal Veneziano) anche perché proprio lì ci sono i pontoni che Mantovani utilizzava per costruire il Mose, uno dei principali appalti: li tengono in ordine e gli fanno le manutenzioni sperando che il lavoro riprenda. Ma dal Mose, CoGemantovani è stata estromessa perché i commissari del Consorzio Venezia Nuova (il concessionario statale per i cantieri delle paratoie mobili a difesa della laguna e di Venezia) non si sono fidati a dare il nulla osta all'accreditamento in continuità con la vecchia Mantovani.
SINDACATI «E oltre a non avere il Mose non arrivano nemmeno gli appalti esteri promessi per il raddoppio del porto di Costanza in Romania, per Expo Dubai, per l'Irlanda... - raccontavano ieri Francesco Andrisani, segretario Fillea-Cgil, Andrea Grazioso della Filca-Cisl e Gino Gregnanin della Feneal-Uil che hanno presentato in Regione una richiesta d'incontro urgente all'Unità di crisi -. In ogni caso, anche se si materializzassero quegli appalti, dato che la proprietà sostiene che il nome Mantovani è ancora molto quotato fuori Italia, per i lavoratori locali cambierebbe poco perché solo alcuni di loro potrebbero andarci a lavorare».
Lo scorso fine settimana, mentre i Sindacati annunciavano il presidio di ieri mattina, l'Azienda guidata da Maria Manuela Ferrari, annunciava a sua volta che entro pochi giorni avrebbe potuto concretizzare l'acquisto della Mantovani anticipando l'operazione di 4 anni, impegnandosi quindi a una ricapitalizzazione in vista dell'effettivo rilancio della società, e promettendo di pagare gli arretrati i due tranche tra il 10 e il 20 marzo prossimi. I lavoratori in presidio ieri raccontavano di essere ormai in gravi difficoltà economiche in famiglia e di non sapere come tirare avanti, mentre i tre sindacalisti si chiedevano «come mai CoGe riesce a trovare i soldi per acquistare l'Azienda e ricapitalizzare, se davvero questo accadrà, è invece non riesce a recuperare i 750 mila euro per pagare gli stipendi arretrati».
Il Gazzettino