Manca la manodopera in agricoltura, e allora tra i vigneti spuntano i robot

INVESTIMENTI TRA I VIGNETI Una delle moderne macchine che stanno prendendo piede tra i filari di viti del Veneto Orientale
JESOLO - Robot al posto degli operai anche in agricoltura. Per ora è una soluzione che potrebbe interessare aziende agricole con oltre 30 ettari di vigneto e...

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JESOLO - Robot al posto degli operai anche in agricoltura. Per ora è una soluzione che potrebbe interessare aziende agricole con oltre 30 ettari di vigneto e potrà essere azionato direttamente dallo smarthphone, dal quale si potrà programmare l’attività attraverso la mappatura del vigneto.



LA NOVITÀ
Sta prendendo piede la robotizzazione tra campi e vigneti nel Veneto orientale. Soprattutto in un momento storico in cui le aziende faticano e reclutare manodopera. È la nuova frontiera dell’agricoltura veneziana, un modo per rilanciare il settore, in particolare quello vitivinicolo alle prese con lavorazioni dure e faticose per le quali, nonostante i ripetuti appelli, continuano a mancare gli addetti necessari al ciclo stagionale delle lavorazioni.


L’AIUTO DELLA TECNOLOGIA
Ed è in questo contesto che la nuova soluzione tecnologica piace già a circa il 50 per cento degli agricoltori del veneziano, in modo particolare a quelli del Veneto orientale (Portogruarese-Sandonatese). A livello pratico, a circa 2.500 imprese, molte delle quali hanno già avviato la prenotazione della nuova attrezzatura da lavoro. Si tratta, in particolare, di un robot di ultima generazione, prodotto in Francia, munito di sensori, che rileva la presenza umana a 15 metri, effettua la lavorazione interfilare, la spollonatura, un lavoro molto faticoso perché vicino al terreno e richiede numerosa manodopera, quindi la cimatura, procedura necessaria perché l’uva deve essere esposta il più possibile al sole.


GLI INVESTIMENTI
Ingente la spesa, nell’ordine di circa 110 mila euro, ammortizzabile in circa cinque anni di lavoro. È quanto emerso durante la recentissima edizione di “Vite in campo”, la fiera nazionale in movimento organizzata dal Condifesa. E di fronte alla novità tecnologica, Valerio Nadal, presidente Condifesa Veneto (20mila imprese associate), non ha dubbi: «L’uso della robotizzazione in agricoltura – commenta - non è fra tre anni, ma domani. In questo modo andremo a ridurre e sostituire la chimica e si rafforza il sistema della sicurezza sul lavoro: sostenibilità e innovazione sono per noi fondamentali».


Sulla stessa scia Andrea Colla, presidente Coldiretti Venezia: «È fondamentale – spiega - coniugare la tradizione alla tecnologia senza perdere il contatto con il territorio: c’è grande attesa per il robot, non lo nascondiamo». Tra i benefici indicati durante la presentazione c’è anche la sostenibilità ambientale, aspetto che sta convincendo molti agricoltori a sostenere l’investimento, come ha spiegato il direttore Condifesa Veneto Filippo Codato: «Sempre più agricoltori – sono le sue parole - fanno importanti investimenti e siamo tra i primi in Europa per l’impiego di irroratrici a recupero. Non è un caso se in due giorni sono state presentate e messe in azione una settantina di macchine tra le più significative e innovative».
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Il Gazzettino