Prima lo stalking alla ex, poi manifesti di insulti per tutto il paese: 39enne condannato

L'ex fidanzato aveva appeso manifesti offensivi per tutta Lamon
LAMON Diffamò la sua ex, appendendo volantini offensivi per tutta Lamon. D.P., 39enne feltrino difeso dall’avvocato Roberta Resenterra, ieri è stato condannato...

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LAMON Diffamò la sua ex, appendendo volantini offensivi per tutta Lamon. D.P., 39enne feltrino difeso dall’avvocato Roberta Resenterra, ieri è stato condannato a 1.500 euro di multa. Dovrà inoltre risarcire il danno alla parte civile, assistita dall’avvocato Enrico Tiziani, con 3.500 euro. L’uomo era accusato di diffamazione aggravata. Nel capo d’imputazione compariva una sola frase offensiva che avrebbe però scritto a mano in diversi fogli poi appesi nelle vie del paese: «Fai la pu...a, la rovina famiglie». Per questo fatto, accaduto nell’ottobre del 2018, il pubblico ministero aveva chiesto 8 mesi di reclusione. Tutto sommato, gli è andata bene. D.P. rischiava una condanna ben peggiore. Secondo l’articolo 595 del codice penale «chiunque offende l’altrui reputazione è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1032 euro». Ma, in questo caso, si parlava di diffamazione aggravata. Quindi da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro».

Alla base di quel gesto l’incapacità, da parte dell’imputato, di accettare la fine della relazione. D.P. era già finito in Tribunale per stalking sempre nei confronti della sua ex e il giudice di Belluno, in quell’occasione, l’aveva condannato a sei mesi e 15 giorni di reclusione. Poi ci è tornato di nuovo. Con l’accusa di diffamazione aggravata non solo dal mezzo della pubblicità, ma anche dalla recidiva reiterata nei cinque anni precedenti. Secondo la pubblica accusa l’uomo era partito da Feltre in bicicletta e aveva raggiunto Lamon con l’obiettivo di tappezzare le vie del paese con volantini offensivi, in parte scritti a mano con una calligrafia che la donna poi riconobbe subito. Ne furono appesi sul capitello, sui muri, addirittura sul cancello della scuola che frequentava il figlio. Fu la sorella della donna a portarle uno di quei volantini. Dopo la chiamata dei carabinieri vennero staccati uno ad uno e partì la querela per diffamazione. Ieri mattina sono stati ascoltati la parte offesa, che ha riconosciuto di nuovo la calligrafia dell’ex, e il maresciallo che svolse le indagini. La difesa, avvocato Resenterra, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato perché a suo parere non era stata raggiunta la prova che fosse stato lui ad appendere quei volantini. Inoltre, la frase contestata nel capo d’imputazione non era visibile al pubblico ma era stata scritta dietro il foglio. Il giudice, però, l’ha condannato a 1.500 euro di multa.

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Il Gazzettino