Maniago. Scuola al freddo, gli studenti non ci stanno e scrivono sulla lavagna: «In classe 13 gradi, andiamo a casa». Scatta lo sciopero

Al Torricelli aule "congelate" per un guasto alla centrale termica

Il messaggio degli studenti sulla lavagna
MANIAGO (PORDENONE) - Qualche tempo fa c'erano state le prime avvisaglie poi, nei giorni scorsi, la temperatura ha iniziato a scendere vertiginosamente e, ieri, è...

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MANIAGO (PORDENONE) - Qualche tempo fa c'erano state le prime avvisaglie poi, nei giorni scorsi, la temperatura ha iniziato a scendere vertiginosamente e, ieri, è definitivamente precipitata, così com'è terminata la pazienza di alcune classi del liceo scientifico sportivo di Maniago "Torricelli" che hanno deciso di abbandonare l'aula e di tornare a casa già a metà mattina come forma di protesta per le temperature polari registrate.

Alle 10, la colonnina di mercurio non riusciva a varcare i 13°. Con la poco accattivante prospettiva di dover restare in aula per altre sette ore - ieri era previsto anche uno dei rientri pomeridiani - i ragazzi hanno deciso di dare un segnale forte alla dirigenza scolastica.

LA DIRIGENTE

Preside che, tuttavia, è assolutamente incolpevole rispetto a quanto sta succedendo: «La gestione degli impianti è in capo all'Ente decentrato regionale (Edr), con cui noi ci confrontiamo in tempo reale - fa sapere la dirigente scolastica Raffaella Cerquetti -. Quando ho ricevuto i primi segnali di malcontento, peraltro flebili, alcuni giorni fa, dalle classi del primo piano (la lamentela riguardava lo spegnimento improvviso dei radiatori, ndr) ho subito chiesto all'Edr di verificare cosa stesse accadendo. Tuttavia, la situazione non mi sembrava così pregiudicata visto che né i ragazzi né gli insegnanti avevano fino ad ora lamentato chissà quali disagi. Nella giornata di ieri - precisa la preside - io mi trovavo a Pordenone per una riunione quando sono stata avvisata di questa improvvisa e affatto condivisa scelta dei ragazzi, ai quali tuttavia non ho potuto fare alcun tipo di rilievo. Effettivamente, non è pensabile rimanere seduti per così tante ore con temperature davvero rigide sia all'interno sia ovviamente all'esterno della scuola. Devo, comunque, anche se bonariamente rimproverarli: il loro impeto giovanile non gli ha permesso di scoprire che proprio in questa settimana ci sono alcune classi che sono impegnate in attività didattiche a Piancavallo e, per questa ragione, sarebbe stato sufficiente chiedere un colloquio al vicepreside per ottenere un trasloco temporaneo in attesa della sistemazione di quell'ala dell'istituto che sta dando questo tipo di problematiche. Hanno preferito firmare il libretto elettronico e uscire proclamando anche l'astensione dalle lezioni per la giornata di martedì».

LO SCIOPERO

Salvo improbabili ripensamenti notturni - la sezione del liceo sportivo ospita alunni/atleti da tutta la provincia e dunque ogni decisione viene concordata in chat con congruo anticipo - questa mattina molte classi (c'è chi giura tutta la scuola, per solidarietà) sciopereranno senza entrare in classe per chiedere garanzie rispetto al ritorno alla normalità. «Credo sinceramente che già da ieri pomeriggio la situazione anomala sia stata sistemata da tecnici specializzati dell'Edr - conclude Cerquetti - in quanto ho immediatamente attivato la segnalazione online in uno specifico portale e il dirigente dell'ente, in persona, mi ha rassicurato sul fatto che in qualche ora avrebbe mandato il proprio personale nella specifica centrale termica. Devo essere franca: da molti mesi i ragazzi e i loro docenti sono encomiabili nel riuscire a coniugare la fase dello studio con quella della gestione dell'attuale cantiere per la ristrutturazione dell'istituto, allestito nel nostro giardino. Credo che la loro decisione di abbandonare l'aula sia forse frutto di questa serie di disagi concomitanti che, ripeto, stanno affrontando in maniera molto responsabile. Mi auguro, tuttavia, che l'eventuale sciopero sia limitato alla giornata odierna e già da domani ritornino sui loro passi e occupino quelle aule che sono rimaste libere e che, da quanto mi è stato riferito, non sopportano questo tipo di disservizio».

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Il Gazzettino