Mancano 300 operatori sanitari: «Corsi gratis, cerchiamoli anche all'estero»

Operatori socio sanitari in una corsia di ospedale
BELLUNO - Un patto territoriale per il welfare socio sanitario in provincia di Belluno. È quanto è stato presentato e condiviso agli “stati generali sulla...

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BELLUNO - Un patto territoriale per il welfare socio sanitario in provincia di Belluno. È quanto è stato presentato e condiviso agli “stati generali sulla fragilità sociale” che si sono tenuti venerdì a Pedavena, con la partecipazione dell’assessore regionale Manuela Lanzarin. In provincia mancano 300 operatori socio sanitari: con l’accordo si punta a creare dei corsi gratuiti per formare nuove figure. Il percorso per diventare oss infatti costa circa 1800 euro, con il protocollo siglato si cerca di rendere più attrattivo. Ma il problema è che ormai mancano le persone, tanto da rendere necessario rivolgersi all’estero. Lo ha detto e auspicato Maria Chiara Santin, amministratore unico di Asca Agordo, che ha gestito numerosi servizi della provincia e è stata per anni docente di corsi formativi. Ha sottolineato l’inderogabilità di ricorrere a persone che vengono da fuori Paese, ma anche dall’Ue.

IL PATTO
L’evento, organizzato dal circolo Cultura e Stampa di Belluno, presieduto da Luigino Boito, ha visto la partecipazione di autorità, operatori, rappresentanti sindacali, cittadini, associazioni di volontariato. Accolto da tutti positivamente l’accordo di Programma presentato da Boito, per costituire un fondo di solidarietà finanziato attraverso i Fondi sociali europei 21/27 con l’intervento della Regione Veneto, la Provincia e il Bim per arrivare a rendere gratuiti i corsi per operatori socio sanitari. Lo erano negli anni Novanta, ma da allora si paga. Esistono degli aiuti da Regione o associazioni, ma il paradosso sta diventando che ormai mancano talmente tante persone che lavorano nei servizi, che appena uno si iscrive al corso viene subito intercettato come ausiliario (figura diversa dall’operatore). Quindi ha il suo stipendio e non ha neanche diritto agli interventi economici che ha sempre fatto al Regione. 

«PROBLEMI NOTI»
I relatori agli stati generali hanno commentato i dati illustrati dai direttori dei centri servizi e delle cooperative sociali che gestiscono le persone con disabilità sottolineandone alcuni aspetti. L’assessore Lanzarin ha dichiarato senza indugio di essere completamente consapevole della difficile situazione. Si riferiva naturalmente alla drammatica carenza di operatori socio sanitari, la disaffezione verso la professione, la necessità di riqualificarla e renderla appetibile, di reperire nuove risorse per gestire i servizi, risolvere il problema degli alloggi per chi viene da fuori provincia.

LA NECESSITÀ
Maria Chiara Santin ha detto: «La mia personale convinzione è che va sottolineata con forza la drammaticità della situazione: dobbiamo dirci che mancano infermieri, operatori, segretari comunali, operai, oss, ma dobbiamo dirci con più chiarezza che mancano persone e certamente 300 sono operatori socio sanitari, ma se non li cerchiamo in altri Paesi non potremo formarli gratuitamente perché semplicemente non ci sono». «I servizi si rubano gli operatori - ha raccontato - che passano dalle cooperative con contratto più “povero” e senza aiuti dai comuni, per andare verso le Rsa e poi lasciarle per l’Azienda Sanitaria e magari rientrare nelle Rsa con ruoli diversi o andare verso la libera professione, ma sono sempre gli stessi». 

VOLONTARIATO


Ormai c’è una gara, al di là degli intenti, ad accaparrarsi l’operatore: ci si “rubano” le persone, ma avendo possibilità “armi” diverse. C’è chi ha il Comune alle spalle che consente di aumentare benefit, chi non ha nessun supporto per rilanciare. E l’anello più debole sono le cooperative, perché pagano meno degli altri, il loro contratto è meno appetibile. Gianluca Corsetti (cooperativa Porta aperta anche presidente del Comitato d’intesa) ha raccontato quanto vale la presenza del volontariato in termini di interventi settimanali. Sono 114 organizzazioni di volontariato aderenti al comitato d’intesa nel settore socio sanitario: nella settimana dal 9 al 15 gennaio 89 sodalizi attivi hanno effettuato 1600 interventi per circa 3000 ore di volontariato rese alle persone con fragilità. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino