Venezia. Non si trova personale qualificato, in crisi anche le pasticcerie: 200 posti scoperti

Per categorie specifiche come quelle dei pasticceri e dei gelatai la mancanza di manodopera supera il 70%

MESTRE Le pasticcerie soffrono per la carenza di personale specializzato
MESTRE (VENEZIA) - Confartigianato lancia l’allarme: la carenza di personale da impiegare nelle pasticcerie veneziane rischia di danneggiare un settore in buona salute....

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MESTRE (VENEZIA) - Confartigianato lancia l’allarme: la carenza di personale da impiegare nelle pasticcerie veneziane rischia di danneggiare un settore in buona salute. L’avvicinarsi della Pasqua come ogni anno ha spinto moti a scegliere colombe e uova artigianali, invogliati oltre che dalla qualità dei prodotti fatti a mano anche da prezzi che non hanno subito rincari rispetto agli scorsi anni. Ma la forte domanda potrebbe non bastare per garantire la sopravvivenza di queste attività alle prese con una carenza di personale divenuta ormai cronica e strutturale che rischia di mettere in crisi l’intera filiera. Tra Centro Storico e Terraferma sono quasi 200 i posti di lavoro disponibili nei laboratori artigianali, dove l’età media degli impiegati si attesta ormai intorno ai 55 anni. 

Manca personale, pasticcerie in crisi

Una vera e propria crisi di vocazione che sembra tenere lontano dalle impastatrici le giovani generazioni sempre meno attratte da zucchero e farina, costringendo molte pasticcerie storiche a chiudere i battenti in mancanza di eredi a cui lasciare l’attività, nonostante i dati parlano in positivo del volume d’affari. A fotografare la situazione è Alessandro Cella, il presidente della Federazione Alimentare della Confartigianato Metropolitana Imprese Città di Venezia: «Quest'anno le iper speculazioni finanziarie sulle materie prime alimentari si sono rallentate e i folli prezzi che si registravano qualche tempo fa per i prodotti base come burro, zucchero, farine, comprese le stratosferiche bollette energetiche, si sono fortunatamente raffreddati e questo consentirà alle produzioni di mantenere costi accettabili, non si prevedono aumenti – spiega Cella - Discorso ben più grave e che riguarda l'intera categoria, invece è quello del personale. 
Qui la situazione è allarmante: mano d'opera non ce n’è. Questo costringerà gli operatori a fare turni massacranti per assicurare le produzioni di dolci della tradizione che, se da un lato sono attesi dai clienti e richiesti dal mercato durante le festività, dall'altro obbligherà i sempre meno addetti a turni extra per garantire queste produzioni speciali. Un problema non da poco se da un lato la mancanza di manodopera rallenta le attività, nei casi più gravi le fa chiudere, disperdendo così un patrimonio fondamentale del saper fare artigiano nel mondo della dolcezza e del pane fresco croccante». 


Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dalla Camera di Commercio, elaborati dall’Ufficio Studi della Confartigianato, nel 2023 nel territorio della Città Metropolitana a fronte di 28 chiusure ci sono state solamente 14 nuove pasticcerie che hanno aperto i battenti. Delle 787 attività di produzione dolciaria in provincia, capaci di dare impiego a 2845 lavoratori, ben 613, cioè il 77,9% sono laboratori artigianali. «Per categorie specifiche come quelle dei pasticceri e dei gelatai la mancanza di manodopera supera il 70%, praticamente in provincia ci sono quasi 200 posti potenziali di lavoro in questi settori che attendono di essere coperti».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino