Mamma uccisa ad Ariano Polesine. ​Il sindaco: «Tragedia doppia, i bambini andranno aiutati»

Mamma uccisa ad Ariano Polesine
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ARIANO POLESINE - Mistero risolto. È stata una triste fatalità la morte di Rkia Hannaoui, 31 anni di origini marocchine. A dare origine a quella che a tutti gli effetti è una tragedia nella tragedia, è stato un proiettile sparato inavvertitamente dal figlio più piccolo di 8 anni. La rivelazione arrivata ieri mette fine al mistero che per una settimana ha acceso i riflettori della stampa nazionale su Ariano nel Polesine.


L'ipotesi che fin da subito aveva iniziato a circolare con un fil di voce, per tutte le conseguenze che avrebbe portato con sé, si è rivelata vera: è stato un colpo esploso accidentalmente dal figlio a uccidere Rkia Hannaoui. Come, ma soprattutto perché i bambini siano entrati in contatto con un'arma carica, sono gli ultimi nodi da sciogliere di questo enigma che ha sconvolto la piccola comunità arianese poco avvezza a essere tutti i giorni in televisione e sulle prime pagine dei giornali, specie per un dramma di tale portata dove le vittime sono più di una: la madre, ma anche il piccolo e la sua famiglia.


I residenti che fin dall'inizio si erano dimostrati aperti e pronti a collaborare, negli ultimi giorni di indagine si erano defilati, perché nelle menti e nei cuori stava prendendo piede quella che poi si è rivelata essere la triste verità di un bambino che entrato in contatto con un'arma, forse lasciata incustodita da un adulto, ha accidentalmente ucciso la mamma. Un silenzio dentro il quale aleggiava la tremenda risposta a quel quesito che da martedì scorso attanagliava un intero paese: chi aveva ucciso Rkia?


IL SINDACO
A memoria non si ricordano fatti analoghi di morte violente, sembrava quasi impossibile che potesse accadere qualcosa del genere in questo angolo di Delta. «È un doppio dramma - ha commentato ieri pomeriggio la prima cittadina Luisa Beltrame una volta saputa la notizia - non ci sono parole e credo che il silenzio sia segno di rispetto per la famiglia e per questi bambini privati in questo modo tragico della mamma. È stata una settimana difficile ed è stato fatto dalle forze dell'ordine un grande lavoro per arrivare in tempi brevi alla soluzione di questo dramma. Ora l'unico pensiero va ai bambini che dovranno essere aiutati a portare questo dolore e questo enorme peso. Come amministrazione saremo loro vicini e faremo quanto necessario per essere di supporto».


IL PARROCO


Di dramma che va ben oltre le aspettative ha parlato pure don Gabriele Fantinati che aveva conosciuto la famiglia attraverso la Caritas parrocchiale che una volta al mese consegnava una borsa della spesa per sostenere le loro necessità. «Questo fatto sconvolge perché è la dimostrazione che non si tratta di cose che accadono solo nelle periferie delle grandi città, possono succedere anche in paesi piccoli come il nostro - ha detto il sacerdote - la conferma di quanto sia necessario stare vicini ai nostri piccoli e ai nostri giovani che vedono troppa televisione o anche i videogiochi. È necessario che ci impegniamo a seguirli di più di quanto non si faccia. Come parrocchia attraverso l'oratorio cerchiamo di essere vicini ai bimbi e agli adolescenti nonché alle loro famiglie, purtroppo certe tragedie capitano e bisogna farsene carico». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino