Mamma rom scappa con la figlia in Ungheria: 4 anni a lei e 250mila euro di danni per risarcire il padre

Mamma rom scappa con la figlia in Ungheria: 4 anni a lei e 250mila euro di danni per risarcire il padre
VIGONZA (PADOVA) - La mamma ungherese, già condannata a maggio dell'anno scorso in primo grado a quattro anni, ha visto confermare la sua pena dalla Corte...

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VIGONZA (PADOVA) - La mamma ungherese, già condannata a maggio dell'anno scorso in primo grado a quattro anni, ha visto confermare la sua pena dalla Corte d'Appello di Venezia. Klaudia Ildiko Sallai, parrucchiera rom di 38 anni, è stata accusata anche dai giudici lagunari di sottrazione e trattenimento di minore all'estero. Inoltre dovrà pagare danni per 250 mila euro. «Appena questa seconda condanna sarà definitiva - ha dichiarato il papà Andrea Tonello - tornerò in Ungheria a cercare Chantal che oggi ha dieci anni . Dovrebbe trovarsi in un paese in mezzo alla campagna a 180 chilometri da Budapest e a 100 dal confine con la Romania. Mia figlia deve conoscere la verità, poi io non voglio portarla via alla madre come lei invece ha fatto con me».


Mamma scappa con la figlia: sottrazione di minore

A impugnare in Appello la sentenza di primo grado, non è stato solo il legale di Sallai, ma anche il pubblico ministero Giorgio Falcone titolare delle indagini. I giudici padovani hanno dichiarato il non luogo a procedere per il reato di sottrazione di minore relativamente alle condotte successive al 20 gennaio del 2015 da parte della mamma ungherese. Motivo, hanno individuato per tali fatti una ipotesi di ne bis in idem (non si può essere condannati due volte per lo stesso fatto) legato alla condanna in secondo grado subita da Sallai il 25 giugno del 2020 in Ungheria. L'imputata ha dovuto pagare una multa di 550 euro per illecita alterazione della collocazione di un soggetto minorenne. Ma, in questo modo, c'era il rischio di una prescrizione del reato così il pm ha impugnato. Ora la Corte d'Appello di Venezia, oltre a confermare la condanna di primo grado, non ha riconosciuto il ne bis in idem considerando valide anche le condotte della madre dopo il 20 gennaio del 2015 e il rischio prescrizione è venuto meno.


Madre denunciata

Quel giorno di dicembre 2011 Sallai, è partita per l'Ungheria con la figlia, portandola via dal padre. Quando l'imprenditore di Vigonza Andrea Tonello, difeso dall'avvocata Chiara Balbinot, ha raggiunto la donna nel suo Paese per riportarla a casa, la parrucchiera si è opposta: in Italia non sarebbe più rientrata e nemmeno la sua bambina. Da quel momento per Tonello è iniziato un incubo senza fine. Prima ha cercato una riconciliazione nel tentativo di rivedere sua figlia, poi è stato costretto a denunciare la madre.

L'Ungheria non collabora

Lo scorso primo di agosto l'annosa vicenda è stata sollevata dall'onorevole Maria Cosimo Ferri di Italia Viva, ex magistrato, attraverso un'interrogazione parlamentare. L'onorevole ha ripercorso nei dettagli l'iter giudiziario dell'intera vicenda, che ha sempre visto vincitore il padre della piccola Chantal sottolineando come ...Lo Stato ungherese, nonostante i ripetuti impegni assunti, anche in occasione di incontri ufficiali, con delegazioni del nostro Governo, a quanto risulta all'interrogante non ha mai fattivamente collaborato per l'attuazione di quanto disposto per via giudiziaria e per le ricerche della minore.

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Il Gazzettino