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MOGLIANO - «Aiuto, mia mamma è a terra». Il figlio di 13 anni ha sperato con tutto se stesso che la madre fosse soltanto svenuta. E’ aggrappandosi a quella speranza che venerdì mattina ha bussato alla porta del vicino. Invece per Nataliya Negriy, 45 anni, non c’era più niente da fare. La donna, di origini ucraine, era già morta. Caduta dalle scale e atterrata sul pavimento della cucina. La botta alla testa le è stata fatale. La tragedia si è consumata nella notte tra giovedì e venerdì in un appartamento al primo piano di via Biagi, a Mogliano. Nataliya viveva lì da circa 14 anni, insieme al marito e al figlio.
LO CHOC
Quella mattina il ragazzino ha dormito fino a tardi perché a scuola c’era sciopero. E’ sceso in soggiorno alle 12.40 e l’inferno gli si è spalancato sotto ai piedi. L’abitazione adesso è sotto sequestro per permettere ai carabinieri della compagnia di Treviso di eseguire tutti gli accertamenti del caso. Anche se nessun elemento fa pensare a un’ipotesi diversa da una tragica fatalità: sul corpo non ci sono segni di violenza né gli infissi presentano tracce di effrazione. Il magistrato di turno ha già disposto un’ispezione cadaverica a cui potrebbe seguire anche l’autopsia per chiarire le cause della morte. «Aveva una ferita alla testa, all’altezza della tempia, da cui usciva sangue - raccontano alcuni dei condòmini intervenuti -. ll Suem al telefono ci diceva di tentare il massaggio cardiaco ma il corpo era già rigido. Non c’era più niente che potessimo fare per lei».
SORRISO SPENTO
Una donna gioviale, intelligente, riservata: così i vicini di casa descrivono Nataliya. Eppure negli ultimi anni il suo sorriso si era spento sempre di più e la donna era scivolata nella depressione. Un vortice che l’aveva portata talvolta a cercare sollievo nell’alcol. Prima di abitare a Mogliano la coppia viveva a Milano. Il marito lavora come supervisore di cantieri per conto di Autostrade. Ed è per questo che i due si erano trasferiti nella Marca. Alla 45enne, che nell’ultimo periodo stava seguendo un corso per diventare oss, non mancava per niente Milano, anzi. «Diceva di trovarsi bene qui, le piaceva l’accoglienza della gente» - ricordano i vicini. Purtroppo qui ha trovato anche la morte, tra le pareti di casa.
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Il Gazzettino