Caffè bollente addosso alla moglie: marito mostro alla sbarra

Marito mostro: caffè bollente contro la moglie
QUERO VAS Era arrivato addirittura a versarle addosso il caffè bollente nel clou del suo delirio di marito-padrone. Si è aperto ieri mattina, in Tribunale a Belluno,...

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QUERO VAS
Era arrivato addirittura a versarle addosso il caffè bollente nel clou del suo delirio di marito-padrone. Si è aperto ieri mattina, in Tribunale a Belluno, di fronte al collegio di giudici, il processo a un cittadino marocchino 59enne, residente Quero. L’uomo è accusato dell’ipotesi più grave di maltrattamenti in famiglia, per reiterate condotte che avrebbe fatto per anni anche di fronte ai figli. Deve rispondere di maltrattamenti in famiglia e lesioni pluriaggravati. Ieri l’imputato E.A. non era presente, infatti lo straniero, in questo momento, si trova in Marocco. A rappresentarlo in aula l’avvocato Irene Zanin, che sostituiva il collega avvocato Giovanni Degli Angeli di Feltre. 

Quella di ieri era solo un’udienza interlocutoria, per l’ammissione di testi e prove. La moglie non è costituita parte civile. Sarà lei la prima testimone chiamata a parlare in aula nel processo che entrerà nel vivo il 27 gennaio 2021, quando verrà sentito anche il figlio. 
Quello che accadeva in quella casa di Quero è venuto alla luce solo nel settembre del 2019. I maltrattamenti sarebbero andati avanti da tempo, dal 2017. L’uomo insultava denigrava la donna, dicendole che non valeva niente. Il tutto davanti ai bimbi della coppia, terrorizzati da quell’inferno che si ripeteva quotidianamente. Ma le aggressioni non sarebbero state solo verbali. Un giorno, in uno dei soliti scatti d’ira, avrebbe lanciato addosso alla compagna il caffè bollente causandole lesioni. La donna finì al pronto soccorso dove poi venne dimessa con una prognosi di 4 giorni. Ma da quei referti, finalmente, venne a galla quello che la donna stava passando e intervennero i carabinieri che ricostruirono quegli anni di maltrattamenti. Il marito marocchino 59enne venne allontanato dalla casa famigliare, misura che è ancora in atto per la sicurezza della compagna e dei figli. Non sarà facile per lei ripercorrere quello che è accaduto in aula, tra qualche mese. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino