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BELLUNO - «Le procedure per la dichiarazione dello Stato di Crisi sono già state avviate. Quanto prima firmerò l'atto formale». Lo annuncia il presidente del Veneto, Luca Zaia, in relazione alla difficile situazione causata sulla montagna veneta dalle abbondanti nevicate di questi giorni. «Da varie aree - aggiunge Zaia - giungono notizie di gravissimi disagi e vari danni a strade, infrastrutture e edifici. Siamo di fronte all'ennesima ondata eccezionale di maltempo per la quale procederemo in fretta alla conta dei danni per arrivare anche alla richiesta di dichiarazione dello Stato di Calamità Nazionale». «La montagna veneta, già alle prese con i gravi danni causati dalla chiusura degli impianti a causa del Covid - conclude Zaia - dovrà essere ulteriormente aiutata e ristorata per questo nuovo violento attacco del maltempo».
L'ASSESSORE
In serata l'assessore alla protezione civile Gianpaolo Bottacin ha confermato l'arrivo dell'esercito con un contingente di 25/30 militari più rinforzi per i vigili del fuoco da Emilia Romagna e Lombardia. La situazione peggiore è in Comelico, Auronzo e Cibiana. A Cibiana saranno dirottati i 20 vigili del fuoco volontari provenienti da Trento con fresa e bobcat. Domani si continua a togliere neve dai tetti e a spostarla dalle strade.
CENTRO OPERATIVO
È stato costituito presso il Comune di Santo Stefano di Cadore, il Centro Operativo Misto. Lo comunica il prefetto di Belluno, Sergio Bracco, in seguito al persistere di abbondanti precipitazioni nevose nei territori della parte alta della provincia bellunese, in particolare nella zona del Comelico, di Cibiana e della Val Zoldana, che hanno causato criticità lungo la viabilità comunale e un sovraccarico di neve sulle coperture delle abitazioni.
LA GIORNATA
Lavoro incessante per tutta la giornata dei vigili del fuoco per l'emergenza neve che ha particolarmente interessato il bellunese e l'altopiano di Asiago. Interventi anche durante la scorsa notte per la rimozione di piante pericolose e rami caduti lungo la strade. Rimozione di neve dai tetti e dai comignoli per evitare il blocco delle caldaie. Nel bellunese il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco è stato rinforzato con l'invio di autoscale e personale dai comandi di Padova e Venezia. Alcune stalle sull'Altopiano dei Sette Comuni, nel vicentino, sono invece isolate: la tormenta di neve ha provocato la caduta di alberi e bloccato le strade tanto da compromettere il ritiro quotidiano del latte fresco. Il manto nevoso è talmente pesante che le piante si spezzano. Nel bellunese gli agricoltori, rileva Coldiretti Veneto, si sono uniti alle squadre della Protezione Civile per liberare passi e sentieri impraticabili persino i marciapiedi del centro città.
Nella parte alta della provincia continuano gli interventi dei volontari in soccorso alle famiglie impegnate a scaricare due metri di neve caduta sui tetti di case ed annessi rustici. Il pericolo di slavine e valanghe è sempre elevato. Sono stati mobilitati i trattori degli agricoltori sia come spalaneve che per la distribuzione del sale contro il pericolo del gelo. Nel frattempo, comunica Veneto Strade che ha operato con oltre 100 mezzi propri, sono stati riaperti il Passo Duran, il Passo Cibiana e mantenuto pulito dalla neve per tutta la giornata il Passo Staulanza. Tutti gli altri Passi restano chiusi almeno fino a domani mattina. «Abbiamo fatto tutto quello che è stato possibile tempo permettendo - spiega Silvano Vernizzi, dg di Veneto Strade -. Le squadre hanno operato anche con l'elicottero per disgaggiare cumuli di neve tenendo libera la strada per Santo Stefano e Sappada. Domani proveremo a riaprire i Passi anche se le previsioni sono pessime a partire da mercoledì 6 gennaio».
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