Stato di calamità generale per il Veneto, a causa non solo del dissesto idrogeologico, delle frane e della pioggia che si è abbattuta in quantità e per tutta l'estate...
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A chiederlo al premier Matteo Renzi sarà il governatore Luca Zaia. Che ieri, dopo aver annunciato la ripartizione di quasi 3 milioni di euro a sei Province su sette per interventi su centri abitati in conseguenza di fenomeni franosi e dissesto idrogeologico, ha definito il quadro d'insieme «raccapricciante, per i danni da calamità pregresse e la quantità di Comuni che per gli stessi motivi si sono fatti vivi in luglio». Conti e numeri (senza conferme ufficiali) sono circolati anche ieri: si parla di somme che si aggirano (turismo più agricoltura) attorno ai 500 milioni di euro.
«I settori che stanno pagando di più questo stato di cose sono il turismo e l'agricoltura: in assoluto fra i più trainanti nel Veneto, con i loro 70 milioni di presenze turistiche, 17 miliardi di fatturato e 480mila posti letto, di cui 180mila extralberghieri, e 160mila operatori agricoli, 6 miliardi di fatturato e 350 prodotti tipici - ha detto il presidente della Giunta regionale - Questi ultimi, poi, stanno scontando in misura non ancora quantificabile ma assai rilevante le conseguenze dell'embargo verso la Russia, deciso dall'Italia per mettersi dietro agli Stati Uniti d'America e mostrando muscoli che non ha.
Una autocastrazione che francamente ci potevamo risparmiare, facendo valere in ben altro modo le ragioni della pace e della democrazia». Zaia ha precisato di ricevere quotidianamente le telefonate di operatori del settore che lamentano «i danni gravissimi causati da una prova muscolare che non porterà a nulla. Anzi, per fare i duri, abbiamo raggiunto il bel risultato di affamare le nostre aziende agricole. Siamo appena agli inizi, e cifre non ne posso ancora fare. Ma il quadro che esce finora è a dir poco sconfortante, e tale da destare la massima preoccupazione anche sul futuro»
.Non meno rilevanti, per il governatore, le conseguenze del maltempo sul turismo: «Una stagione decisamente fiacca, non certo risolvibile con i migranti in più che ci vorrebbero appioppare - ha sbottato Zaia, richiamando la sua recente polemica con il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia - Si chieda agli albergatori cosa pensano della proposta di accogliere nelle loro strutture ricettive persone numericamente da bollettino di guerra. E non si dica che questa è una regione inospitale: a dimostrare il contrario sono i nostri 600mila non veneti, di cui 200mila disoccupati, che a loro volta contano 35mila stranieri. Insomma, a questo livello stiamo già dando». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino