Vigonovo, scoppia la bufera e il parroco suona le campane contro la grandine

VIGONOVO - “A fulgure et tempestate libera nos domine” (liberaci o signore dal fulmine e dalla tempesta). Il suono delle campane contro i temporali e la grandine...

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VIGONOVO - “A fulgure et tempestate libera nos domine” (liberaci o signore dal fulmine e dalla tempesta). Il suono delle campane contro i temporali e la grandine è una antica tradizione religiosa che sopravvive ancora in alcuni paesi della campagna veneta. Ieri pomeriggio il parroco di Vigonovo, don Francesco Frigo, origini montanare, all’arrivo di un brutto temporale proveniente da ovest l’ha rimessa in pratica, facendo rimbalzare i tocchi ritmati e acuti di due campane ricavate dalla fusione di bronzo e di una piccola parte d’argento, ossia quella più grande e quella più piccola del campanile della chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.

Non accadeva da moltissimi anni. 


Secondo una vecchia credenza popolare, oltre a quello di richiamare i fedeli alla preghiera o a riti religiosi, il suono delle campane durante i temporali estivi allontanerebbe il pericolo della tempesta sui raccolti. Il suono delle campane, lento e ritmato, sarebbe in grado di rompere il campo magnetico in atmosfera, attenuando in questo modo l’intensità dei fulmini. E’ lo stesso principio del cannone antigrandine (o cannone ad onda d’urto) con quale anni fa gli agricoltori più facoltosi tentavano di difendersi dalle tempeste. Il dispositivo non ha riscontri scientifici veri e propri, ma fino al 1960 nelle campagna di Vigonovo coltivate a vivai se ne faceva ancora uso. Il cannone era rivolto verso il cielo a cono rovesciato. Il suo utilizzo era stato avviato dai fratelli Sgaravatti, vivaisti di Casa Savoia e dell’imperatore di Germania, che a Vigonovo possedevano una grossa proprietà terriera. Le esplosioni a salve servivano per mandare verso l’alto onde d’urto in grado di spaccare le nuvole e impedire la formazione di celle. L’efficacia scientifica di tali operazioni non è mai stata provata, ma don Francesco, un po’ per tradizione e un po’ per scaramanzia, ci ha provato lo stesso. Ah, quasi dimenticavamo. Sarà senza dubbio un caso, ma i chicchi di grandine che stavano cadendo copiosamente ieri pomeriggio nella zona si sono presto tramutati in pioggia.

 

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Il Gazzettino