La priorità dopo l’emergenza: restituire alle case i tetti distrutti dalla grandine. Ma mancano gli operai

Nuovo fronte di emergenza. L’allarme di Riccardi: «Complessità senza precedenti, adesso è necessaria la più alta responsabilità di ciascuno»

La priorità dopo l’emergenza: restituire alle case i tetti distrutti dalla grandine
«Dire tetto è dire casa: se quello non c’è o è mal ridotto, ti senti in una condizione di precarietà». È una delle...

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«Dire tetto è dire casa: se quello non c’è o è mal ridotto, ti senti in una condizione di precarietà». È una delle considerazioni raccolte tra gli abitanti dei paesi colpiti dalla grandine e dal maltempo di quest’estate che mette efficacemente in risalto l’importanza del summit che si è tenuto ieri in prefettura a Udine presenti prefetto, vigili del fuoco, referenti delle imprese, sindaci dei comuni colpiti e l’assessore regionale alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi. Al centro dell’attenzione, infatti, vi erano proprio i tetti e gli interventi in altezza perché, passata la primissima fase dell’emergenza con gli interventi di messa in sicurezza e copertura provvisoria, ora il confronto è necessario «per capire come affrontare e gestire le chiamate dei cittadini che chiedono soccorso tecnico urgente sui tetti delle case dove vivono, immobili che presentano problemi legati a danno, per la tenuta, dopo la prima copertura con teli e pesi», ha sintetizzato al termine l’assessore. E non ci sono maestranze sufficienti a operare in tali situazioni. 


OPERATORI SPECIALIZZATI
Proprio mentre è partita la raccolta delle istanze per la suddivisione dei contributi alle persone colpite, «ci troviamo a gestire un’altra situazione che riguarda da vicino il cittadino colpito dall’evento meteo avverso – ha proseguito Riccardi -, dopo l’enorme molte di interventi eseguiti nella prima fase: è inerente a teli spostati, sacchi di sabbia non più nella sede idonea, causa vento o altre situazioni». Ad affrontare l’evoluzione dello scenario con Riccardi ieri c’erano il prefetto, Massimo Marchesiello, il comandante dei Vigili del fuoco del Comando di Udine, Giorgio Basile, i sindaci delle municipalità colpite dal maltempo di luglio e agosto 2023, a partire da quello di Mortegliano, Roberto Zuliani, e i referenti di Ance Udine e Confartigianato Fvg. La questione di fondo è che il lavoro in altezza richiede imprese e operatori specializzati, che siano dotati della regolare abilitazione, e non ce n’è in numero sufficiente rispetto alle necessità. Quanto ai Vigili del fuoco che in fase emergenziale avevano garantito la loro opera anche con l’affiancamento dei colleghi di Trento e Bolzano per la copertura dei tetti, ora «il loro intervento, su indicazione dello stesso Corpo, avrà carattere unico di emergenza».


LE PREVISIONI


A rendere ancora un po’ più complicata la situazione è che si sta uscendo dall’estate per proiettarsi in autunno e inverno. «Abbiamo avuto garanzia dai Vigili del fuoco di una loro risposta per interventi indifferibili e urgenti – ha aggiornato Riccardi -. Di questo li ringraziamo, certi che continueranno il loro fondamentale aiuto alla comunità in difficoltà, anche a fronte della brutta stagione, con freddo e piogge, ormai alle porte». Tuttavia, «l’emergenza legata alla calamità che ha interessato l’area colpita non potrà risolversi, per la ricostruzione definitiva, in tempi brevissimi e quindi avrà la necessità di un’organizzazione adeguata a superare la fase successiva alla prima urgenza». Che non sarà semplice. Non solo per la mole dei danni – 26mila le istanze di contributi per danni alle case e 2.200 per interventi sugli edifici delle aziende -, ma anche perché essi sono perlopiù concentrati sul patrimonio privato. «Vi è una complessità senza precedenti», ha detto senza mezzi termini Riccardi. Perciò, «quello che è necessario adesso è continuare a operare in forma compatta, nel rispetto delle competenze di tutti, con la consapevolezza che l’emergenza è in atto e che richiede la più alta responsabilità di ognuno, oltre a coordinamento, sforzo e impegno». Ripetere, in sostanza, per un periodo più lungo «l’eccellente coordinamento», come l’ha definito l’assessore, che c’è stato nella primissima fase d’emergenza, tra Vigili del fuoco, funzionari e volontari della Protezione civile, sindaci, categorie professionali, gestori della raccolta dei rifiuti, Direzioni regionali di competenza. E, ora, anche imprese, tanto che ieri al tavolo c’erano anche i rappresentanti di Ance e Confartigianato Fvg.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino