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CLAUZETTO - «E’ trascorsa una settimana dal manifestarsi dell’imponente fenomeno franoso che interessa il versante sovrastante il rio di Molino, e incombente, nella parte a valle, sulla ex SP 22 all’inizio della salita per Clauzetto». È la premessa di un lungo e accorato appello alle istituzioni del sindaco Giuliano Cescutti. «Da domenica 5 novembre, la principale viabilità di accesso a Clauzetto è chiusa al transito con grave disagio per residenti e attività economiche, in particolare quelle di Acqua Pradis e della Cava di Pradis - prosegue il primo cittadino -. In primo luogo va ringraziata la Protezione Civile della Regione per il celere intervento che ha consentito di riaprire la viabilità alternativa di Celante già a partire dal pomeriggio di mercoledì. Allo stesso modo la Protezione Civile ha provveduto ad installare le prime strutture di monitoraggio della frana e dell’invaso creatosi, attraverso l’illuminazione notturna e una prima telecamera collegata in remoto». «Nella giornata di mercoledì - ricorda Cescutti - l’assessore Riccardi ha sorvolato la frana atterrando a Clauzetto, dove ha ammesso che la situazione è quella più pesante a livello regionale. Nella stessa giornata Edr Pordenone ha ricevuto la relazione geologica del dottor Mocchiutti in merito alla quale mi è stato riferito che una riapertura del transito veicolare potrebbe avvenire in tempi brevi. Sabato mattina, prima di svolgere un ulteriore sopralluogo accompagnato da un geologo con il quale ho risalito la frana attraversandone il sedime in più punti nella parte più alta, ho ricevuto l’assessore regionale Stefano Zannier che ha preso atto della situazione».
COSA SUCCEDE ADESSO
«In settimana è attesa la visita, già programmata in precedenza, dell’assessore alle infrastrutture e territorio, Cristina Amirante - prosegue il sindaco -.
LA RICHIESTA D’AIUTO
«Si tratta di interventi che non sono alla portata dell’amministrazione comunale - si conclude la disamina di Cescutti - ma che devono essere urgentemente messi in atto per la riapertura del transito viario e per la messa in sicurezza degli abitanti a valle della frana, prima del malaugurato ritorno di piogge intense. Ove tali interventi non venissero avviati entro la settimana entrante, il sottoscritto, che non ha intenzione di fare da parafulmini per nessuno, ne trarrà le debite conseguenze». Un chiaro messaggio alle istituzioni: le proteste dei circa 370 residenti e delle principali attività economiche della valle verranno inoltrate direttamente a Trieste. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino