«Liberateci dalla burocrazia»: l'appello dei sindaci dei comuni colpiti dal maltempo a Di Maio

«Liberateci dalla burocrazia»: l'appello dei sindaci dei comuni colpiti dal maltempo a Di Maio
 «Liberateci dalla burocrazia». È questa la richiesta al Governo che i 16 sindaci dei paesi dell'agordino colpiti dal maltempo dell'ottobre scorso...

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 «Liberateci dalla burocrazia». È questa la richiesta al Governo che i 16 sindaci dei paesi dell'agordino colpiti dal maltempo dell'ottobre scorso hanno rivolto al vice premier Luigi Di Maio, al termine del sopralluogo del ministro pentastellato nelle zone danneggiate, e che si concluderà domattina. Una burocrazia che pare far paura quanto l'alluvione stessa. «Il più grande nemico per la messa in sicurezza del territorio è la burocrazia» ha concordato Di Maio, raccogliendo più volte l'applauso degli amministratori.


«Le sue sono parole rassicuranti, fanno ben sperare», ha osservato più d'uno dei sindaci presenti, soprattutto quando il vicepremier ha sostenuto che «si troverà il modo, lo strumento di fare arrivare i fondi», 'aggirandò il mostro-burocrazia. «Ci sarà un contributo diretto - ha detto - e non come credito d'imposta, come indennizzo diretto alle imprese. Una norma da inserire nel decreto semplificazioni. Ora La grande sfida è mettere mani al codice degli appalti. Non sarà semplice». «Sono qui per ascoltare per poi poter agire per il meglio a livello di Governo», ha risposto Di Maio al sindaco di Cencenighe, Mauro Soppelsa, quando questi ha ribadito che da parte dei comuni «è stata messa tutta la forza che potevano avere. Il nostro timore è il futuro: i finanziamenti e la burocrazia. La primavera è vicina». 


Il primo cittadino di Val di Zoldo ha chiesto invece che «vengano ripristinate le Province, enti importanti per le comunità montane, piccole e sparpagliate», mentre il collega di Agordo ha rimarcato che «per il futuro della montagna c'è bisogno di una programmazione e di una visione a lungo respiro, con risorse economiche in sintonia con gli obiettivi». Il sindaco di Selva di Cadore ha posto invece l'accento sulla necessita «di avere deroghe per i Comuni piccoli, per esempio sulla mobilità», mentre da Valle Agordina è stato fatto notare che «le opere di contenimento sono state fatte dopo l'alluvione del 1966 e ora necessitano di un rinforzamento». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino