Maltempo, bomba d'acqua in provincia di Pordenone: caduti 220 millimetri di pioggia, torrenti esondati e frane sulle strade

Straripamenti di torrenti e detriti hanno bloccato la via che porta al rifugio Pussa, percorsa in questo periodo da molti turisti

Meteo, maltempo nel Pordenonese
CLAUT (PORDENONE) - Una bomba d'acqua è piovuta su Claut e l'alta Valcellina nella tarda mattinata di mercoledì. Sulle prime si era pensato allo scampato...

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CLAUT (PORDENONE) - Una bomba d'acqua è piovuta su Claut e l'alta Valcellina nella tarda mattinata di mercoledì. Sulle prime si era pensato allo scampato pericolo poiché le località principali di Claut e di Cimolais, cioè l'epicentro della perturbazione, non avevano subito particolari danni se non allagamenti temporanei a cantine, stalle e garage letteralmente ammollo dopo 220 millimetri di pioggia precipitata in poco meno di due ore. La reale conta dei danni è stata fatta invece ieri mattina quando l'amministrazione comunale e la Protezione civile sono usciti per una serie di sopralluoghi dopo che numerosi cittadini avevano iniziato a segnalare criticità e problematiche lungo numerose arterie secondarie, che tuttavia collegano con borgate tuttora abitate come Matan, Creppi e Sorafin.

Brutto tempo, straripa anche il torrente in Val Settima


Il problema maggiore si è rivelato tuttavia in Val Settimana: l'omonimo torrente è straripato lungo diverse centinaia di metri portando migliaia di metri cubi di materiale inerte sull'unica arteria di collegamento. Una via di comunicazione particolarmente utilizzata nel corso dell'estate dalle migliaia di escursionisti che raggiungono il rifugio Pussa. Proprio il gestore della struttura ricettiva e un suo collaboratore sono rimasti isolati per oltre 24 ore: c'è voluto un intervento congiunto della Protezione civile comunale e dell'elicottero decollato dalla Centrale Operativa di Palmanova per poterli portare in paese visto che ogni altro collegamento era interdetto. Il trasbordo è avvenuto infatti a bordo del velivolo che aveva dapprima accertato la loro incolumità. Già domani è in programma un vertice tra il sindaco di Claut, Gionata Sturam, e il vicepresidente della Regione con delega alla Protezione Civile, Riccardo Riccardi, il quale salirà in Valcellina per rendersi conto di persona di quali sono stati i danni, di quanto servirà per poter bonificare la strada della Val Settimana e di quali possono essere le attività da mettere in atto per poter mettere in sicurezza anche le altre borgate periferiche. «È necessario che, ancora una volta, la Regione si dimostri vicina alla nostra valle - è l'appello lanciato dal primo cittadino di Claut - : dopo le problematiche legate alla tempesta Vaia, dopo i problemi legati alla epidemia da Covid, la nostra comunità non si può permettere l'ennesima estate senza i collegamenti principali con queste strutture ricettive che calamitano migliaia di turisti l'anno i quali poi lasciano sul territorio un interessante gettito sotto forma di indotto. È quindi necessario che le istituzioni si dimostrino attente alle esigenze della montagna». 



«Quanto alle cause della devastazione provocata dal torrente Settimana - ha osservato l'amministratore locale -, gli esperti del posto, tra cui molti anziani che ho interpellato, hanno fatto sapere che tutta l'area del torrente era in secca da mesi interi. Per questa ragione appena è scesa la bomba d'acqua non c'è stato alcun effetto drenante e la forza del fiume, che era di un insolito colore nero, ha portato a valle tantissimi inerti che hanno immediatamente bloccato numerosi ponti e ponticelli, i quali, facendo da tappo, hanno poi portato l'acqua in numerose direzioni». L'unica fortuna è stata che questo evento atmosferico così improvviso si sia verificato in una giornata feriale: c'erano, anche in considerazione dell'allerta della Protezione civile Fvg, soltanto pochissimi temerari escursionisti che hanno trovato riparo. Non ci sono segnalazioni di persone che si erano ritrovate in pericolo, salvo i due gestori del rifugio Pussa che hanno vissuto queste 24 ore da isolati prima di poter lanciare l'allarme. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino