Bassa friulana spazzata dal maltempo, orzo e grano distrutti: «Temperature troppo alte»

I danni del maltempo
PORDENONE - Temperature come fossimo in piena estate hanno generato in atmosfera un'energia tale che si è sfogata sulla Bassa Friulana con raffiche di vento fino a 90...

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PORDENONE - Temperature come fossimo in piena estate hanno generato in atmosfera un'energia tale che si è sfogata sulla Bassa Friulana con raffiche di vento fino a 90 chilometri orari, grandine e pioggia intensa. Tra martedì 24 maggio e mercoledì notte il passaggio del violento temporale ha spazzato per un paio d'ore, tra mezzanotte e le due, una fascia di circa 80 chilometri tra Pasiano di Pordenone e Palmanova, toccando Chions, Pravisdomini, Sesto al Reghena, Cordovado, Morsano, Latisana, Palazzolo, Muzzana, San Giorgio di Nogaro e Bagnaria Arsa. «Si è trattato di un grosso sistema temporalesco partito da Oderzo attorno alle 23 - spiega il previsore dell'Osmer Fvg, Marcellino Salvador -. Dal Veneto si è sviluppato in maniera importante lungo la fascia di confine tra le due regioni ed è proseguito oltre Palmanova perdendo poi intensità nell'Isontino fino ad esaurirsi verso le due di notte in Slovenia».

IL CLIMA
L'esperto parla di un episodio rilevante, ma non eccezionale, tipico della stagione estiva. «Non aveva le caratteristiche di un temporale primaverile - osserva Salvador -. Ma le condizioni di questo maggio da 15 giorni sono estive. La temperatura media dovrebbe essere di 17/18 gradi, invece ne abbiamo 21/22. E questi quattro gradi in più ci hanno portato a una condizione di atmosfera più tipica dell'estate». La seconda decade di maggio è stata la più calda degli ultimi 40 anni in regione. La primavera, cominciata il 15 marzo, è finita il 10 maggio con temperature che in pianura hanno toccato i 30°. Non sarà raggiunto il record del 2003 - quando ci fu un maggio caldissimo, preludio di un'estate rovente - soltanto perché nei primi dieci giorni di maggio le temperature erano nella norma. La fase di instabilità durerà anche oggi in montagna e nella pedemontana. Fino a domani sono attesi 30°, poi arriverà aria fresca dalla Scandinavia e domenica si scenderà a 20°. Un crollo di 10°, con lo zero termico che dai 3.500/4.000 metri scenderà a soli 2.000 metri di quota.

LA PIOGGIA
Intanto sulla campagna friulana arsa dalla siccità il temporale ha portato un po' di frescura. La pioggia di ieri notte è durata una trentina di minuti in ogni località raggiungendo i 30/40 millimetri, con punte massime tra Muzzana e San Giorgio di Nogaro. Se per falde e corsi d'acqua è stato un toccasana, vento e grandine hanno creato problemi alle coltivazioni. «I chicchi di grandine - informa Salvador - avevano diversa dimensione e in alcune località hanno raggiunto qualche centimetro di diametro. Le raffiche di vento più forti sono state invece registrate a Palazzolo». Spiega Mattia Bertossi, titolare del Mulino delle Tolle a Bagnaria Arsa, che il temporale ha attraversato le campagne del Palmarino danneggiando una fascia larga circa un chilometro: «Non ha risparmiato nè seminativi nè vigneti. Siamo in prefioritura, i tralci delle viti sono stati danneggiati e questo si ripercuote anche nella prossima stagione. Il mais è piccolo, si riprenderà, ma cereali vernini, grano e orzo sono stati piegati dal vento».

COLDIRETTI


In provincia di Pordenone, come rileva il presidente di Coldiretti Matteo Zolin, a preoccupare sono le coltivazioni di barbatelle. «Le stanno impiantando - spiegano Zolin e il direttore Antonio Bertolla - A Morsano e Cordovado si registrano i danni maggiori, perché la grandine ha rotto i germogli. Danneggiati anche mais e girasoli, molto richiesti per via della guerra in Ucraina». Grano e orzo sono stati spianati dal vento e c'è il rischio che il raccolto vada perso, perché la pianta non riuscirà a concludere il ciclo colturale. «Uno lavora mesi e in cinque minuti perde tutto - afferma Zolin - Stiamo valutando i danni e raccogliendo le segnalazioni, ma è prematuro parlare di stato di calamità». Se i frutteti sono salvi grazie alle protezioni, nel Pordenonese, zona molto precoce per gli ortaggi, chi non coltiva in serra ha perso buona parte dei prodotti.
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Il Gazzettino