Auto travolta da un albero, i pompieri: «Sono un pericolo, servono controlli costanti»

L'albero che lunedì sera è caduto su un'auto in via San Liberale a Treviso
TREVISO - «Stavolta i danni maggiori li ha fatti il vento, il fronte temporalesco ha “percorso” soprattutto la statale Castellana e nella parte sud della...

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TREVISO - «Stavolta i danni maggiori li ha fatti il vento, il fronte temporalesco ha “percorso” soprattutto la statale Castellana e nella parte sud della provincia sono stati abbattuti moltissimi alberi, complice anche il fatto che la chioma rigogliosa del periodo estivo fa da vela facilitando il crollo». Ieri mattina, mentre i telefoni della centrale operativa dei vigili del fuoco continuavano a squillare senza sosta, il vice comandante provinciale Giuseppe Quinto, 55 anni, ha fatto il punto della situazione sull’ultima violenta ondata di maltempo che lunedì sera ha sferzato la Marca.

Ingegner Quinto, quante richieste di intervento avete ricevuto?

«Circa 180 tra le 21.30 di lunedì e stamattina (ieri mattina, ndr). Con gli interventi in coda che anziché diminuire con la progressiva presa in carico da parte delle nostre squadre aumentavano perché i cittadini si accorgevano man mano di problemi nei giardini, alberi pericolanti o tettoie danneggiate». 


Il vento ha fatto strage di alberi: sono moltissimi i tronchi spezzati o sradicati che hanno ostruito le strade, in qualche caso sfiorando le auto in corsa, come sul Terraglio. 

«Sì, i nostri interventi si sono concentrati soprattutto sulla rimozione delle piante e dei rami caduti e sulla messa in sicurezza di strade e abitazioni. Numerose richieste riguardavano anche pali della luce e del telefono abbattuti o pericolanti, tettoie divelte, tende da sole danneggiate. Non ci sono state invece richieste di aiuto legate ad allagamenti». 


Dice stavolta perché ormai ogni ondata di maltempo richiede un certo dispiegamento di forze da parte vostra? 

«I fenomeni atmosferici estremi sono sempre più ricorrenti, per via del cambiamento climatico: nei giorni scorsi siamo passati da un caldo torrido anomalo a una tempesta di forte intensità. Ormai bisogna fare i conti con questo scenario, soprattutto nel periodo estivo e adottare le dovute contromisure laddove è possibile». 


Ovvero? Ci sono dei consigli per limitare i danni?

«Direi innanzitutto che è bene controllare le previsioni meteo, ormai sempre più affidabili e capaci di avvisarci con un certo anticipo dell’arrivo del maltempo. E regolarsi di conseguenza soprattutto per quanto riguarda l’installazione di ombrelloni, tende da sole, gazebo. Lo stesso vale se ci assentiamo da casa per un periodo prolungato: mai lasciare all’esterno strutture che potrebbero essere facilmente divelte dal vento».


E per quanto riguarda gli alberi, sia di competenza pubblica che privata?

«Manutenzione costante e potature periodiche contribuiscono a prevenire i danni da maltempo. Se ci si accorge che una pianta è ammalorata è necessario intervenire e all’occorrenza rimuoverla prima che sia il vento a portarsela via, creando situazioni di pericolo. A maggior ragione d’estate, quando la vegetazione è molto rigogliosa e le foglie, opponendosi alle folate di vento creano un effetto vela che facilita l’abbattimento dei fusti. Se una tempesta della stessa intensità fosse accaduta in inverno, quando gli alberi sono spogli, i danni sarebbero stati molto più limitati».


La Marca ha criticità particolari che la espongono alla furia del maltempo?

«La provincia di Treviso è molto urbanizzata e questo contribuisce al rischio ma non credo ci siano grosse differenze rispetto al resto della regione. La fragilità maggiore è legata forse al fiume Piave che negli ultimi anni ha avuto portate importanti, vicine all’esondazione».

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Il Gazzettino