Giancarlo, intrappolato in garage a 86 anni: «Avevo l'acqua alla gola»

Giancarlo Cosma, 86 anni, ad Albignasego
ALBIGNASEGO - «Avevo l’acqua alla gola». E poi? «E poi hanno buttato giù la porta a sprangate». A raccontarlo è Giancarlo Cosma, 86...

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ALBIGNASEGO - «Avevo l’acqua alla gola». E poi? «E poi hanno buttato giù la porta a sprangate». A raccontarlo è Giancarlo Cosma, 86 anni e mezzo secondo l’anagrafe, 10 di meno quelli dimostrati. Sarà il sorriso di chi si sente nuovamente al sicuro nella sua casa, tra la moglie che fa le pulizie ed il figlio che svuota il garage, lo stesso locale che mercoledì pomeriggio stava per inghiottire il padre Giancarlo imprigionato nell’allagamento. «Facevo un pisolino in taverna intorno alle 16, - racconta il pensionato - quando mia moglie è rientrata dicendomi che stava piovendo forte e l’acqua iniziava ad entrare in casa. Qualche volta capita in questo quartiere, dove alcuni ambienti sono interrati. Sono corso in garage a spostare gli oggetti che temevo si sarebbero rovinati, ad alzarne altri, senza preoccuparmi troppo. Invece sono rimasto chiuso dentro e in poco più di un quarto d’ora l’acqua mi è arrivata al petto». 


I SOCCORSI
Immediate le telefonate della signora Cosma ai soccorsi e le chiamate ai vicini. «Abbiamo appena festeggiato i 50 anni di matrimonio, 36 dei quali in questa casa, a San Tommaso, nel cuore di Albignasego, dove mai mi è capitato di vedere una situazione paragonabile – continua il signor Giancarlo. - Solo nel 1996 l’acqua si era alzata al punto da rovinare i locali, ma certamente non è arrivata all’altezza di 1 metro e mezzo circa, come in questo caso». 

IL PALAZZO
La sua è la testimonianza più forte di una giornata da incubo per tutta la città. Eppure, se la vicenda dell’anziano si è risolta al meglio, con una serata di controlli al Pronto Soccorso, una flebo, alcuni aerosol e l’antibiotico contro la leptospirosi, la paura e la stanchezza nel residence di via san Tommaso sono palpabili. «È l’abitudine che fa abbassare la guardia - denuncia una signora alle prese con il pianoforte coricato in cortile. – Perché noi siamo purtroppo abituati da sempre ai dieci centimetri d’acqua in garage e in taverna quando piove, tant’è che abbiamo tolto i battiscopa, alzato tutti i mobili, messo le paratie di 30 centimetri. Così, anche in questa situazione, abbiamo pensato tutti si trattasse della solita pioggia. Non abbiamo neanche portato le automobili fuori dai garage e, invece, nel giro di un quarto d’ora un torrente ci ha travolti». 


Le macchine si contano come nel più desolante impianto di autodemolizione, una quindicina, in condizioni estreme. «Questo residence – continua un vicino – è nato nel 1986, con alcuni caseggiati eleganti dalle finiture pregiate, ma è diventato ben presto una conca d’acqua rispetto all’edificazione successiva, al quartiere Primavera. Qui si riversano tutte le acque piovane, in un punto ribassato per via dei garage e delle taverne interrati, come ad Albignasego non se ne costruiscono più». 


GLI OPERAI


In mezzo a loro, in piedi da più di 24 ore per cercare di salvare quanto possibile e fare la conta dei danni, una ventina di operai e dipendenti comunali in azione e i volontari della Protezione Civile che hanno trascorso la notte a far lavorare le pompe. «Ci stanno aiutando a rimuovere auto, piante, mobili, a spazzare fuori l’acqua, a impacchettare pezzi di vita nei sacchetti. Sarà tutto buttato via».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino