Sub morto nel laghetto, la vedova: «Tragedia inspiegabile, Adriano stava bene»

Adriano Albertin
SELVAZZANO - «Mio marito era innamorato del mare. Ed è stato durante una vacanza all'Isola d'Elba che abbiamo conosciuto degli amici che praticano immersioni....

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SELVAZZANO - «Mio marito era innamorato del mare. Ed è stato durante una vacanza all'Isola d'Elba che abbiamo conosciuto degli amici che praticano immersioni. Fare subacquea l'aveva sempre affascinato, ci ha sempre girato intorno fino a quando qualche tempo fa ha deciso di fare un corso». E' la moglie Paola a tracciare il ricordo di Adriano Albertin, 75 anni, colto da malore domenica pomeriggio nel laghetto artificiale alla Baita al lago di Castelfranco Veneto (Treviso) dove il 75enne, assieme ad altri allievi del corso di sub e agli istruttori del Club Sommozzatori Padova di cui faceva parte, era impegnato nella sua prima immersione in acque libere.


Per la procura di Treviso la situazione è chiara: la ricostruzione dell'accaduto non ha evidenziato responsabilità sia da parte della struttura che del gruppo di subacquei che si trovava con il 75enne. In altre parole, la morte di Albertin è sopraggiunta per cause naturali, non dipendenti dall'immersione. Non verrà disposta l'autopsia.



L'ULTIMO SALUTO
«Ieri mattina (domenica ndr) è uscito di casa e ci siamo salutati come sempre - continua la moglie - mi ha detto "Ciao ci vediamo stasera". Invece intorno alle 13 ho ricevuto la telefonata che mi avvisava di quello che era accaduto. Assieme a mio figlio Andrea siamo corsi al laghetto». «Io ero rimasta a casa prosegue la donna mio marito era andato via con il gruppo di amici del corso, era una sua passione che coltivava con grande entusiasmo. Era andato da solo per la sua prima uscita in acque libere. Fino a questo momento aveva sempre fatto tutte le lezioni nella piscina, ma ieri mattina era una giornata importante. A casa, in questi giorni, aveva provato più volte ad indossare il giacchino della muta, aveva fatto tutte le prove per essere pronto a questa giornata. Ci teneva tantissimo».
«Non sappiamo cosa possa essergli accaduto - continua la moglie Paola - mio marito non soffriva di alcuna patologia, era un uomo dinamico che amava tenersi impegnato, anche con il lavoro. Ieri mattina quando è partito stava bene, non aveva accennato nessun malessere». E allora cosa può essergli accaduto? Alla domanda Paola alza le braccia, come dire chi lo sa? Una fatalità.


APPASSIONATO
Il settantacinquenne lavorava come agente di commercio per il settore dell'abbigliamento e ancora oggi seguiva direttamente alcuni dei suoi clienti. Un uomo ancora molto dinamico, appassionato di cucina, e che finalmente aveva dato seguito anche alla sua passione per le immersioni. «Mio marito era un uomo sempre molto entusiasta e pieno di interessi - continua Paola i nostri giri ce li facevamo sempre. Aveva anche la passione per la cucina, e anche qui aveva frequentato un corso per saperne di più. Da pochi giorni avevamo festeggiato 52 anni di matrimonio con la nostra famiglia. I funerali li celebreremo qui nella chiesa parrocchiale di Tencarola, ma non so ancora la data. Proprio oggi pomeriggio (ieri, ndr) devo andare dai carabinieri a Castelfranco e forse saprò qualcosa di più».


Sopra all'abitazione di Adriano Albertin vive anche il fratello Franco con la moglie, e ieri mattina mesto era il via vai di conoscenti e amici che avevano appreso della tragica morte del settantacinquenne. Domenica mattina il Club Sommozzatori Padova aveva organizzato la prima uscita del corso open water, alla quale Albertin prendeva parte.
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Il Gazzettino