MALCONTENTA - L’azienda aveva chiuso i battenti da almeno trent’anni. Dalla fine degli anni ‘80, quindi, in quel magazzino non ci aveva più messo piede...
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L’INTERVENTO
I famigliari, a quel punto, sono usciti senza toccare nulla. Certo, l’esplosivo era lì da anni, ma questo non significa che fosse ormai inerte e inefficace: anche gli ordigni inesplosi della prima e della seconda guerra mondiale, quando vengono ritrovati, vanno trattati con estrema cura. L’allarme è partito ieri mattina: sul posto sono arrivati gli uomini della polizia locale, del commissariato di Marghera e delle volanti. L’area è stata messa in sicurezza per permettere il sopralluogo degli artificieri della polizia di Stato che, a quel punto, hanno dovuto organizzare un’operazione di smaltimento in fretta e furia. Troppo pericoloso lasciare incustodito quel materiale in un cantiere abbandonato. Basti pensare a cosa sarebbe potuto succedere se, per esempio, qualche senzatetto, con il freddo di questi giorni, avesse allestito un bivacco di fortuna in quel magazzino e avesse acceso un fuoco vicino a quei trenta chili di tritolo e dinamite. E così, visto che lì vicino c’è un’area militare utilizzata per far brillare ordigni bellici e per esercitazioni di vario genere (l’ex deposito munizioni dei lagunari), è scattato il trasferimento del materiale. Trovata un’area sufficientemente protetta, a distanza di sicurezza dal centro abitato, gli artificieri hanno proceduto prima a interrare e poi a far brillare il tutto.
REGISTRI
Liberato lo stabile, ora si cercherà tra i registri di carico e scarico dell’azienda eventuali indicazioni sull’origine di quel materiale. Una procedura per allegare agli atti una documentazione completa sugli esplosivi, anche perché reati non ce ne sono e indagati men che meno. O meglio: l’utilizzo della dinamite, per ditte che si occupano di grandi scavi, è consentito. Servono le dovute autorizzazioni, chiaramente, ma la “detenzione” in questo caso non è perseguibile a priori. Il dubbio, semmai, è sul mancato smaltimento successivo alla chiusura dell’azienda, ma essendo morto l’ipotetico responsabile, l’eventuale reato si estingue sul nascere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino