Malattie respiratorie gravi, Zambon presenta lo studio sulle bronchiectasie all'European respiratory society

Un laboratorio di ricerca farmaceutica (foto di repertorio)
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VICENZA - Si chiama International Respiratory Coalition la nuova alleanza che ha l'obiettivo di riorganizzare l'assistenza sanitaria e l'accesso alle cure per le patologie respiratorie nel post pandemia. A lanciarla, la European respiratory society (Ers), insieme alla Global allergy and airways patient platform (Gaapp) e alle farmaceutiche AstraZeneca e Amgen. Circa 600 milioni di persone nel mondo sono affette da patologie respiratorie croniche, come asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), bronchiectasie e molte patologie respiratorie rare e gravi. Circa 4 milioni di morti premature ogni anno sono da attribuirsi a queste malattie, il cui peso è cresciuto, negli ultimi decenni, a causa di inquinamento ambientale e dell'invecchiamento della popolazione. A questo si aggiunge il fatto che «la pandemia di Covid-19 sta avendo un impatto devastante sulla salute umana e sta rivelando lacune nelle cure di malattie respiratorie che richiedono un'attenzione urgente» ha spiegato il nuovo presidente dell'Ers, il professor Marc Humbert. I pazienti che ne sono affetti e che contraggono il Covid-19, infatti, hanno dimostrato di essere a maggior rischio di ospedalizzazione. Inoltre, durante i mesi di pandemia questi malati hanno affrontato una discontinuità nei servizi sanitari e nella qualità delle cure. Per questo, secondo gli esperti, sono necessari nuovi approcci di cura per ridurre le ospedalizzazioni e diminuire la pressione sui sistemi sanitari. In quest'ottica, obiettivo dell'alleanza è sostenere i governi nel loro percorso di ricostruzione post pandemia Covid, «attraverso un rafforzamento della gestione delle patologie respiratorie».

I risultati positivi dello studio in pazienti con bronchiectasie non correlate alla fibrosi cistica (Ncfb), presentati al meeting annuale della European Respiratory Society (Ers) indicano che la somministrazione per via inalatoria di colistimetato sodico (Cms) determina una riduzione delle esacerbazioni polmonari nei pazienti, rispetto al placebo. La Zambon, multinazionale farmaceutica impegnata nell’innovazione e nello sviluppo per migliorare la qualità della vita dei pazienti e la salute delle persone, ha annunciato i risultati finali dello studio al meeting Ers. 

«Desideriamo esprimere la nostra sincera gratitudine ai pazienti e ai centri che hanno collaborato allo studio Promis-I - ha detto Paola Castellani, chief medical officer e r&d head di Zambon, che in Italia opera nello stabilimento produttivo di Vicenza -. Siamo molto felici di vedere come il grande lavoro e l’impegno di tutte le parti coinvolte siano stati proficui e abbiano prodotto risultati incoraggianti. Confidiamo che questi dati siano un contributo importante allo sviluppo di una nuova terapia per i pazienti affetti da Ncfb, con concomitante infezione cronica da Pseudomonas aeruginosa». La bronchiectasia non correlata alla fibrosi cistica (Ncfb) è una malattia respiratoria cronica caratterizzata da infezioni ricorrenti, infiammazione, tosse persistente e produzione di espettorato, la cui prevalenza nel mondo è in aumento.

«In Zambon siamo impegnati nello sviluppo di trattamenti per la cura di malattie respiratorie gravi per le quali esiste un numero limitato di opzioni terapeutiche - ha dichiarato Roberto Tascione, Ceo di Zambon -. Questo studio clinico testimonia la nostra crescente credibilità in questo settore, frutto della nostra spinta verso l’innovazione, e fornisce una solida base su cui possiamo continuare a crescere e a mettere a disposizione farmaci necessari per migliorare la vita dei pazienti. I risultati positivi dello studio ci fanno ben sperare per gli altri studi in ambito respiratorio che attualmente si trovano in fase intermedia e avanzata». Ad oggi, si legge in una nota di Zambon Group, non esistono trattamenti inalatori approvati per la bronchiectasia associata all’infezione da P. aeruginosa: Zambon e lo storico partner Xellia continueranno a collaborare attivamente affinché il farmaco venga approvato in tutto il mondo.

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Il Gazzettino