Venezia, magliette volgari nella vetrina di grande passaggio, rimosse dopo la polemica

VENEZIA Le magliette finite al centro della polemica
VENEZIA - Una polemica conclusasi con la rimozione dalle vetrine - esposte in una delle strade da sempre tra le più trafficate del centro storico - delle magliette con...

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VENEZIA - Una polemica conclusasi con la rimozione dalle vetrine - esposte in una delle strade da sempre tra le più trafficate del centro storico - delle magliette con le scritte più esplicite e volgari, dopo una protesta che in città si è fatta sentire. «Siamo arrivati all’assurdo. Parliamo di decoro, di regole da rispettare e di nuovi negozi che aprono, ma questo è uno sfregio alla città». Non usa giri di parole Cristina Giussani, presidente della Confesercenti nel nel commentare la vendita di una nuova linea di t-shirt con stampati i simboli della città antica (come il leone alato o la gondola), “arricchiti” da espressioni tipiche dialettali tra le più colorite e di gusto discutibile. Fino a ieri pomeriggio, visibili ai passanti dalle grandi vetrine della catena di abbigliamento torinese Atipici, che ha inaugurato l’attività da pochi mesi in campo San Geremia, in questi giorni non sono passate inosservate, suscitando non poche perplessità tra associazioni di categoria e cittadini. Brand interamente dedicato alla cosiddetta streetwear (stile d’abbigliamento casual), il cui nome compare proprio sul davanti delle magliette “incriminate”.

Le stesse che in tarda serata sono state rimosse, con molta probabilità in seguito ai commenti di protesta susseguitisi nelle ultime ore. Tanto da non comparire più nemmeno sul sito internet ufficiale di Atipici, dove se fino alle 18 c’era la possibilità di acquistare le t-shirt anche nelle loro espressioni più volgari (tipo “va in m…” o “ghe s…”), da quell’ora in poi hanno iniziato a campeggiare online soltanto le più sobrie nel messaggio, come “òstrega!” e “ciò”. Interpellato sulla vicenda, il personale del negozio non ha voluto rilasciare commenti. Intanto online il brand si presenta come una realtà che vuole «imparare dalla città e dalla sua gente – come si legge – per prenderne il meglio e farlo nostro». Definendosi un punto di riferimento per i giovani amanti dell’urban fashion, fornendo loro prodotti ricercati e di qualità. «Venezia è un merletto prezioso che va tutelato in ogni modo possibile. Non possiamo che essere amareggiati dall’ennesima ferita inferta», aggiunge Giussani, soffermandosi pure sugli ultimi eventi cui i veneziani hanno dovuto assistere con sconcerto, con riferimento ai recenti tuffi in canale. Anche tra i lettori de “Il Gazzettino” l’accaduto ha suscitato malumori. «Forse è questo che l’assessore Costalonga e il Consiglio comunale intendevano per moda di alta gamma? Ci hanno fatto credere in una svolta – il commento di Giorgio Vettore – per quanto riguarda la mercificazione della nostra città. Ma questi messaggi rappresentano un affronto a tutti noi cittadini».

 

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Il Gazzettino