VENEZIA - Una decina di misure cautelari, assieme a,una sessantina di perquisizioni, nel quadro di una indagine su infiltrazioni di stampo mafioso nel tessuto economico del Nord...
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L'indagina ha avuto origine nel Sandonatese (Venezia). In manette sono finiti Michelangelo Garruzzo, 56enne di Rosarno, residente in provincia di Treviso e Antonio Anello, 63enne di Curinga, che viveva tra Calabria e Veneto.
L'operazione è la conseguenza di una complessa attività investigativa (di tipo sia tecnico sia «tradizionale», attraverso servizi di osservazione e controllo, indagini bancarie e finanziarie). Ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di una sessantina di persone, coinvolte, a vario titolo, nel reato di associazione per delinquere finalizzata alle consumazione di truffe, anche in danno di istituti di credito e finanziari, bancarotte fraudolente, indebiti utilizzi di carte di credito e di prelievo di carburanti, ricettazione, riciclaggio e violenza privata, con l'aggravante, per diversi, di aver agito avvalendosi di metodi mafiosi, per agevolare l'organizzazione criminale della Ndrangheta calabrese, attraverso le sue articolazioni. Circa 60 le perquisizioni disposte in varie regioni d'Italia, tutt'ora in corso di esecuzione, nei confronti di ricettatori e fiancheggiatori. Oltre 150 risultano le imprese truffate, il cui danno complessivamente patito si aggira intorno ai cinque milioni di euro.
Il Gazzettino