Mafia e droga: arrestato con altri 15 un 22enne che spacciava al Sud

Un giovane di Castelfranco è stato arrestato dai carabinieri
CASTELFRANCO - Si era trasferito nella Castellana da pochi mesi, per motivi di lavoro. Ma nei suoi confronti, all’alba di ieri, i carabinieri del Nor di Castelfranco Veneto...

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CASTELFRANCO - Si era trasferito nella Castellana da pochi mesi, per motivi di lavoro. Ma nei suoi confronti, all’alba di ieri, i carabinieri del Nor di Castelfranco Veneto e del nucleo cinofili di Torreglia hanno dato esecuzione a un’ordinanza di fermo emessa dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza, che ha disposto l’arresto di 16 persone (tra cui 3 donne) nell’ambito di una maxi inchiesta sul traffico di droga in Basilicata: farebbero parte di un’associazione «finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, aggravata dall’essere armata e dall’utilizzo del metodo mafioso». Nel trevigiano è stato rintracciato Leonardo Rocco Saponara, 22 anni, originario di Stigliano, in provincia di Matera. L’uomo è stato arrestato la scorsa notte a Castelfranco. L’operazione, in cui sono stati impegnati oltre 100 carabinieri, supportati anche dallo Squadrone Eliportato «Cacciatori Puglia», ha interessato le province di Matera, Potenza, Mantova, Reggio Emilia, Treviso e Milano.


LE ACCUSE
Sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, e tortura, sono due delle accuse mosse dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza ad alcune delle 16 persone fermate dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga. I fermi, oltre che a Castelfranco, dov’è stato rintracciato Saponara, sono stati eseguiti a San Giorgio di Mantova (Mantova), Campegine (Reggio Emilia), Corsico (Milano), Stigliano, Aliano, Ferrandina e Accettura (Matera), Sant’Arcangelo e Corleto Perticara (Potenza). 

LA VIOLENZA

I carabinieri hanno individuato un gruppo criminale attivo, definito «violento» dalla Dda potentina, in possesso di armi e sostenuto da una «rete di fiancheggiatori», in grado di controllare piazze di spaccio in diversi comuni del Potentino e del Materano. In queste «piazze» il gruppo imponeva il suo «monopolio» nel settore dello spaccio ricorrendo - secondo l’accusa - al «metodo mafioso, anche contrapponendosi con l’uso della forza militare ad eventuali ingerenze di terzi gruppi criminali». Proprio per ottenere il pagamento di una partita di droga, il gruppo avrebbe commesso i reati di sequestro di persona a scopo di estorsione e tortura. Le altre accuse, a vario titolo, sono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi e riciclaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino