CASTELFRANCO - Si era trasferito nella Castellana da pochi mesi, per motivi di lavoro. Ma nei suoi confronti, all’alba di ieri, i carabinieri del Nor di Castelfranco Veneto...
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LE ACCUSE
Sequestro di persona a scopo di estorsione, aggravato dal metodo mafioso, e tortura, sono due delle accuse mosse dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza ad alcune delle 16 persone fermate dai carabinieri nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga. I fermi, oltre che a Castelfranco, dov’è stato rintracciato Saponara, sono stati eseguiti a San Giorgio di Mantova (Mantova), Campegine (Reggio Emilia), Corsico (Milano), Stigliano, Aliano, Ferrandina e Accettura (Matera), Sant’Arcangelo e Corleto Perticara (Potenza).
LA VIOLENZA
I carabinieri hanno individuato un gruppo criminale attivo, definito «violento» dalla Dda potentina, in possesso di armi e sostenuto da una «rete di fiancheggiatori», in grado di controllare piazze di spaccio in diversi comuni del Potentino e del Materano. In queste «piazze» il gruppo imponeva il suo «monopolio» nel settore dello spaccio ricorrendo - secondo l’accusa - al «metodo mafioso, anche contrapponendosi con l’uso della forza militare ad eventuali ingerenze di terzi gruppi criminali». Proprio per ottenere il pagamento di una partita di droga, il gruppo avrebbe commesso i reati di sequestro di persona a scopo di estorsione e tortura. Le altre accuse, a vario titolo, sono associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi e riciclaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino