La maestra "impreparata" difesa dalla preside: «Troppe ingerenze, i genitori dovrebbero darsi una calmata»

La preside Ada Vendrame
CONEGLIANO - «A volte mi viene da pensare che le famiglie, soprattutto quelle del primo ciclo, dovrebbero darsi una calmata. Essere così invasivi non solo...

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CONEGLIANO - «A volte mi viene da pensare che le famiglie, soprattutto quelle del primo ciclo, dovrebbero darsi una calmata. Essere così invasivi non solo rallenta il lavoro scolastico, ma fa anche il male dei bambini». Ada Vendrame, preside trevigiana del 5. circolo Coletti, ha molti anni d’esperienza come dirigente di circolo. Ieri, 2 ottobre, ha approfondito la vicenda di Miriam Riccardo, sessantenne docente d’inglese coneglianese, 41 anni passati in cattedra, contestata con una lettera ufficiale al preside girata anche attraverso i banchi di scuola in cui veniva definita “impreparata e assenteista”: ha querelato e dopo 4 anni si è vista dar ragione dal giudice di pace. Partendo dalla spiacevole vicenda della Riccardo, Vendrame fa un ragionamento più ampio sul rapporto, per certi aspetti sempre più problematico, tra famiglie e scuola. 

LE RIFLESSIONI
«Ingerenze? Si, molte. Soprattutto nell’ultimo ventennio - afferma - generalmente non si arriva ad azioni così eclatanti. Quello che mi ha stupito, nel caso specifico, è che si siano mossi in maniera così dura nei confronti di una docente con esperienza». La preside spiega come a volte le famiglie facciano comunque rilievi a ragion veduta. «Possono essere rilevate delle situazioni di incompetenza, perché in una popolazione scolastica ampia avviene che non tutti i docenti siano dello stesso livello. Perlopiù però i genitori correttamente lo comunicano al dirigente». Insomma i rilievi se non così eclatanti sono comunque all’ordine del giorno. «Purtroppo è così - ammette - soprattutto nel primo ciclo i genitori possono essere un po’ invasivi, intervengono in ambiti che non sono di competenza».

L’ANALISI

Vendrame, pur sottolineando la necessità di una collaborazione stretta tra genitori e docenti, analizza una situazione che nel corso degli ultimi vent’anni ha visto le famiglie intervenire sempre più direttamente in ambiti didattici e organizzativi. «La situazione si è progressivamente modificata: da una parte c’è stata un’opera di una certa politica che ha finito per screditare il valore della scuola e il lavoro dei docenti e dall’altra i genitori si sono sentiti autorizzati ad intervenire in ambiti assolutamente al di fuori della loro competenza, quali ad esempio le scelte in ambito didattico o le scelte organizzative di gestione delle classi». La Preside si riferisce in particolare all’organizzazione delle classi, che ogni anno è una sorta di incubo. «Sì, c’è molta, troppa attenzione alla formazione delle classi». Non a caso, nelle scorse settimane la preside era uscita con un comunicato in merito a un’azione di pressing eccessiva da parte di un nucleo per poter inserire il figlio in una classe di preferenza. «Mi è capitato di dover mettere al proprio posto le famiglie, lo ammetto. Però allo stesso modo devo dire che c’è una porzione significativa di genitori che si dissocia sempre più nettamente da certi atteggiamenti». Nel complesso, e come visione globale Vendrame conclude che le famiglie dovrebbero imparare a fare un passo indietro. «Mi viene da pensare che i genitori dovrebbero fermarsi e fare una riflessione perché oltre ad appesantire la scuola, fanno il male dei propri figli mettendo in discussione ai loro occhi le istituzioni e il loro ruolo». 

L’AUSPICIO


Insomma le professioniste che operano nel mondo della scuola confermano una diffusa insofferenza per modi e ingerenze messi in atto con sempre maggiore evidenza dalle famiglie in particolare nei pressing di inizio anno per la formazione delle classi. Anche Mariagrazia Morgan, attualmente dirigente dell’istituto enologico Cerletti di Conegliano ma per anni preside di un circolo di scuola primaria di secondo livello concorda. «Credo sia importante e giusto tornare al rispetto dei ruoli con insegnanti che fanno il loro dovere occupandosi dell’aspetto didattico e formativo e famiglie che collaborano alla crescita dei ragazzi attraverso la funzione educativa».
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Il Gazzettino