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FONZASO (BELLUNO) - È stato un atto pianificato nei minimi particolari il furto sacrilego messo a segno tra venerdì e sabato nella chiesa "Natività della Beata Vergine Maria", che si trova in piazza di Fonzaso. Chi ha agito non era lì per caso: era dotato di guanti chirurgici per non lasciare impronte e attrezzato con quanto necessario per sfasciare la statuetta. Ieri a messa non si parlava d'altro: di quel colpo al cuore della comunità, con ignoti che hanno distrutto uno dei beni più preziosi, ovvero la statua della Madonna Bambina, patrona del luogo sacro. Ma non solo a messa: anche sui social ieri il tema ha tenuto banco con toni che sono anche saliti. «Non si può perdonare questo gesto», dicevano alcuni. Certo è stato un colpo al cuore per la comunità.
I DANNI
Ieri pomeriggio in attesa della messa il parroco don Stefano Vanzetto stava tentando di rimettere insieme i pezzi della testa della Madonnina, decapitata dagli ignoti ladri. «Hanno toccato un elemento fondamentale della nostra realtà», dice il sacerdote. Sui danni risponde solo: «I soldi sono l'ultima cosa sono cose che passano, è un valore storico e affettivo. La statua era di metà Ottocento, portata chissà quante volte in processione, che faceva parte della nostra religiosità. Questo non ci verrà portato via: sono piccoli loro, sarà un peso che si porteranno dietro nella vita».
LO SCONFORTO
E quando gli si chiede se perdona gli ignoti ladri risponde: «Chi ha fatto questo è andato contro la fede della gente: non è una statua di cera è quello che rappresentava.
LE INDAGINI
I carabinieri della Compagnia di Feltre spiegano che ancora sulle indagini non ci sono novità. Il parroco formalizzerà la denuncia del furto nelle prossime ore, ma chi ha agito sembra non aver lasciato traccia. Oltre agli orecchini, come era emerso da subito, i malviventi hanno rubato anche una collana in oro, un girocollo che era addosso alla statuetta di Maria Bambina. Un furto i piena regola quindi: il valore del bottino è ancora da quantificare. Per avere l'esatto quadro però bisognerà aspettare oggi, quando arriveranno gli incaricati dell'ufficio dell'archivio della Diocesi di Padova: gli oggetti erano tutti schedati infatti.
LA PROMESSA
«In qualche maniera riporteremo la nostra Maria Bambina nella chiesa e doteremo l'edificio di allarme», promette il parroco, don Stefano Vanzetto. «Non c'è di peggio di quando toccano la sensibilità e il cuore della gente - prosegue -: ci vorrà tempo per riportarla nella teca, ma Maria Bambina tornerà ad essere sull'altare dove era e le persone torneranno a fare le proprie preghiere per i propri figli, nipoti e cari».
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Il Gazzettino