Del paio di jeans visti e provati in negozio, si potrà sapere tutto: dove è stata prodotta la stoffa, dove è stata colorata o trattata, in quale posto...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Si dirà: non è la stessa cosa cui sta lavorando il Parlamento nazionale? In realtà il Veneto è più avanti. A Montecitorio, infatti, è stato dato giusto pochi giorni fa il primo via libera a una proposta di legge sulla tracciabilità del made in Italy, un progetto che punta a combattere quel fenomeno della contraffazione che ci costa 5 miliardi l’anno. La differenza tra il metodo "statale" e quello veneto, è che nel caso regionale è previsto un ente certificatore: in Veneto sarà infatti Unionfiliere - società legata a Unioncamere nazionale - a certificare che la filiera dichiarata dalle imprese è veritiera. Il Veneto, poi, è già pronto a partire, visto che l’idea della "sua" etichetta parlante risale alla precedente legislatura. Era infatti assessore Franco Manzato e la sezione Tutela del consumatore mise in piedi un progetto per certificare il "made in Veneto". Ci sono voluti due anni ma adesso l’assessorato, ora retto da Roberto Marcato, è pronto a lanciare l’etichetta parlante. È stato fatto un bando, la gara l’ha vinta l’azienda padovana E.W.T di Adriano Magro che ha messo a punto un programma tecnologico che non richiederà alcun aggravio di lavoro da parte delle imprese, ma che certificherà ogni passaggio della produzione grazie a Unionfiliere. Si tratta di un progetto pilota che alla Regione costerà 47mila e che coinvolgerà 15 aziende, non tutte peraltro già individuate. L’aspetto interessante del progetto è che sarà realizzato con software open source, aperto cioè a modifiche e miglioramenti da parte di qualsiasi ricercatore, a partire dalle Università, così da essere un volano per i consumatori e per l’economia e non un ostacolo allo sviluppo.
Quando si partirà? L’azienda padovana E.W.T. conta di far partire l’etichetta parlante per fine maggio, al massimo entro la prima metà di giugno. E per "leggere" l’etichetta saranno possibili più sistemi, dal Qr code all’Nfc, tutti possibili attraverso un semplice smartphone. Così, avvicinando il telefonino all’etichetta di un paio di jeans piuttosto che di una camicia, il consumatore avrà la garanzia che il capo che sta acquistando ha "viaggiato con regolare passaporto e non da clandestino", mentre il produttore potrà costruire il suo vantaggio competitivo puntando anche sulla qualità e sull’etica. Un percorso - spiegano in Regione - che diventa una opportunità per le aziende soprattutto in un mercato globale dove con la tracciabilità è possibile distinguersi e valorizzare anche il made in Italy. In questo caso il made in Veneto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino