La magia del circo scombussola la galleria con le acrobazie dei "Machine de Cirque"

Un momento di La Galerie con i Machine de Cirque
VICENZA - Dentro le Gallerie d’arte si intrufolano la poesia, la magia e l’incredibile acrobazia del Nouveau Cirque, col suo tocco specialissimo e irriverente. Sono...

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VICENZA - Dentro le Gallerie d’arte si intrufolano la poesia, la magia e l’incredibile acrobazia del Nouveau Cirque, col suo tocco specialissimo e irriverente. Sono proprio i funambolici performer canadesi di Machine de Cirque a misurarsi col grande dilemma tra “arte e non arte” nello show “La Galerie”, atteso in prima nazionale al Comunale di Vicenza domani (mercoledì 15 febbraio alle 20.45) in Sala Maggiore. Un gran ritorno a Vicenza per la compagnia accolta lo scorso anno tra gli applausi con “Machine de cirque Show”, inserita in un cartellone che ospiterà altre star del circo-teatro contemporaneo, come i Madame Rebinè col loro varietà surreale (5 marzo), il Circo Zoè con la sua vena poetica e intimista (2 aprile), e il mago delle bolle Michele Cafaggi con le sue meraviglie (16 aprile).

L’IDEA

Stavolta la compagnia proveniente dal Quebec, fertile laboratorio artistico che ha dato i natali al Cirque du Soleil, si affida al regista e autore Olivier Lépine per interrogarsi, a modo suo, sulle dicotomie insite nell’arte attraverso l’esibizione di sette artisti circensi e una polistrumentista. Il pubblico, così, viene “invitato” a un vernissage: «Immaginate di essere invitati a una mostra - dice il regista - Vestiti eleganti, volti in alto, flute di champagne in mano e musica classica in sordina vi circondano. Ma sotto i vostri occhi, i vestiti cambiano colore, i pennelli sostituiscono i flute, i volti si abbassano e gli occhi si accendono. Ora fate parte della creazione».

LA SCENA

Ecco allora che gli sette artisti faranno del loro meglio per impressionare “la galleria” del pubblico con numeri acrobatici e giocolerie perfettamente sincronizzate. Perché tutto, sul palco, deve trasformarsi in una creazione artistica animata da corpi che saltano, volano o sfidano le leggi di gravità, tra una pennellata “vissuta” sulle leve della bascula, un acquerello alla barra russa o un collage di giocoleria coreografica. L’ambientazione diventa così una “tela effimera” dentro la quale i performer si muovono con numeri presi a prestito contemporaneamente da teatro, pantomima e danza moderna. Una produzione che si fonda sui tre pilastri dell’ispirazione artistica della compagnia: ingegno, musica come elemento vivo e performativo, e teatralità. «Il confine tra ciò che è arte e ciò che non lo è, svanisce gradualmente - chiudono le note di regia - lasciando lo spettatore interdetto ma soprattutto stordito dalla fantasmagoria della proposta in cui si incontrano umorismo e poesia».

 

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Il Gazzettino