Dopo il caso Genova che ha visto una candidata, Marika Cassimatis, votata dagli iscritti locali bocciata da Beppe Grillo che ha indetto una seconda votazione online rivolta a...
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A Padova i candidati in corsa erano inzialmente tre ma si sono ridotti a due. C'è Simone Borile, 41 anni, antroplogo e direttore della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici e gran favorito dall'establishment padovano pentastellato. E poi c'è Leonardo Forner, una sorta di Mattia Calise in versione spritz (ricordate il riccioluto e giovanissimo ex candidato sindaco M5S a Milano? Potremmo rivederlo in corsa per un seggio in Parlamento). Forner è uno studente di Business Administration di 22 anni e ha dovuto sudare non poco per essere ammesso alle comunarie online visto che era arrivato un mezzo stop, poi rientrato dal consigliere regionale Jacopo Berti, originario proprio di Padova. Il candidato Giacomo Cusumano invece si è ritirato e convergerebbe su Borile. Sulla partita padovana sono già scattati i primi fuori gioco. Si tratta della consigliera comunale uscente Francesca Betto che fa un endorsement palese ma che nel M5S sarebbe vietatissimo (sono infatti vietate «promozione, organizzazione o partecipazione a cordate o gruppi riservati di iscritti»). Scrive Betto su facebook: «Sono in corso le comunarie del movimento 5 stelle Padova per la scelta del candidato Sindaco . Io ho votato #SIMONE BORILE perché credo in lui e potrà fare un buon lavoro. Vi invito a votare e condividere»
A Piacenza si sfidano due liste contrapposte proprio come a Genova. C'è Rosarita Mannina, avvocatessa, 63 anni ed ex assessore nella Giunta di centrodestra di Gianguido Guidotti, già candidata sindaco come indipendente nel 2007, è espressione del Movimento 5 stelle che si definisce "fedele allo spirito iniziale dei meet-up". E poi c'è Andrea Pugni, 46 anni, direttore di banca, da poco nel M5S e favorito dai consiglieri M5S uscenti Andrea Gabbiani, Mirta Quagliaroli e Barbara Tarquini. Entrambi i candidati avevano inviato richiesta di certificazione della lista allo staff milanese della Casaleggio. Ma c'è di più: a Piacenza non hanno voluto fare la fine di Genova dove Marika Cassimatis è stata esclusa con un provvedimento calato da Beppe Grilo che l'ha giudicata non idonea. E c'è stato un atto di autoproclamzione di ortodossia molto singolare da parte dei consiglieri uscenti
Mirta Quagliaroli e Andrea Gabbiani che sul sito M5S di Piacenza hanno scritto un comunicato che esordisce così:
«NO A CAMBI DI CASACCA. PIACENZA NON SIA UNA NUOVA PARMA». Si parla dei genovesi perché intendano i piacentini: «Non possiamo che ringraziare il lavoro del nostro garante Beppe Grillo che blocca sul nascere qualsiasi cambio di casacca (Genova ne è la dimostrazione). Facciamo presente che Civati pare voglia costruire un'alleanza che metta assieme il civismo ex grillino con la sinistra liberale. Ha trovato una sponda nel nuovo movimento "Effetto Parma". I consiglieri uscenti del M5s non permetteranno mai che ciò accada a Piacenza». Votanti avvisati, insomma. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino