VENEZIA - Sarà un grande emporio del lusso. Ma anche un luogo di cultura e un punto di incontro per la città. Ad ottobre 2016 aprirà il Fondaco dei Tedeschi,...
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E ieri pomeriggio, all’hotel Danieli, il gruppo Dfs ha presentato il progetto di allestimento del grande magazzino ad un pubblico di imprenditori, albergatori e istituzioni (erano presenti tra gli altri il prefetto Domenico Cuttaia e il sindaco Luigi Brugnaro), illustrando anche i lavori che si stanno svolgendo in questi mesi per raggiungere la data fatidica del primo ottobre quando l’edificio sarà aperto al pubblico sotto l’insegna "T-Fontego", unendosi così agli altri grandi magazzini del gruppo che riportano la lettera "T" riscoprendo le radici di Dfs che fin dalla sua nascita negli anni Sessanta si caratterizzò per un’attenzione particolare ai "travellers", ai viaggiatori.
E partendo proprio da queste origini, ieri a fare i padroni di casa sono stati Eleonore de Boysson, presidente Dfs per l’Europa e il Medio oriente; Philippe Schaus, presidente e amministratore delegato di Dfs e Roberto Meneghesso, vicepresidente di Dfs Italia. «Siamo felici di essere qui - ha detto Schaus in italiano - Stiamo coronando un grande sogno, con il rispetto e l’attenzione che dobbiamo avere per una grande città e per un palazzo ricco di storia. Di questo ne siamo consepevoli e molto responsabili. Vogliamo mantenere alto il nostro standard, sapendo di rappresentare il lusso, ma allo stesso tempo abbiamo avviato una collaborazione che ha dato ottimi risultati con gli artigiani di questa città che partecipano con noi a questa operazione Fontego».
Lunga la storia del Fontego. Dopo essere stato il centro della comunità tedesca nella Serenissima, affrescato da Giorgione e da Tiziano, il Fontego nell’Ottocento è stato sede dell’Intendenza di finanza, e poi Poste centrali. E fu l’ente Poste a venderlo nel 2008 ad Edizione Property, la finanziaria del gruppo Benetton. Dopo una serie di battaglie legali, anche veementi, dopo la decisione di trasformarlo in centro commerciale, grazie ad un progetto dell’archistar Rem Koohlaas, si è dato il via al piano di riqualificazione dell’edificio. Ora si è passati alla seconda fase, quella dell’allestimento degli spazi. Qui il compito è stato affidato ad un designer, l’inglese Jamie Fobert che, in collaborazione con l’architetto Alberto Torsello e sotto la sorveglianza della soprintendente Renata Codello, ieri ha illustrato il suo progetto che, prendendo spunto da stoffe, marmi, inferriate, intarsiature in radica dei mobili di tipo veneziano e dai giochi d’acqua della laguna, ha ridisegnato gli spazi interni del Fondaco e quelli del colonnato dell’atrio, cercando di avvicinarsi il più possibile al gusto veneziano dei secoli scorsi.
«Abbiamo cercato di riassumere l’essenza del disegno veneziano - ha confessato Fobert - recuperando il più possibile gli elementi dell’architettura minore cittadina». L’edificio, oltre a centro commerciale, sarà anche luogo di cultura. «Ci saranno spazi al pianoterra e nella sommità - ha confessato Schaus - che saranno aperti alla città. In alto è stato rialzato il tetto a velario, consentendo così la possibilità di mostre e esposizioni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino