Lupo, sindaci dell'Alpago in Trentino per trovare una linea comune: «Situazione fuori controllo»

Un branco di lupi (archivio)
ALPAGO - Un convegno, le novità provenienti dall’Europa, una poesia e alcune riflessioni. Confortati anche dalla nuova direttiva europea sui lupi, gli amministratori...

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ALPAGO - Un convegno, le novità provenienti dall’Europa, una poesia e alcune riflessioni. Confortati anche dalla nuova direttiva europea sui lupi, gli amministratori dell’Alpago continuano a tenere alta l’attenzione sul lupo e le sue incursioni a danno degli animali, pecore e asini soprattutto. 

IL CONVEGNO
Il convegno a livello nazionale è quello del prossimo 13 gennaio in Val di Sole, in provincia di Trento. Un appuntamento dedicato ai grandi predatori che metterà di fronte nove relatori di fama nazionale e internazionale. E la conca dell’Alpago sarà presente con i propri amministratori, ma non solo. Sono già previsti due pulmini su cui saliranno i tre sindaci dei tre comuni, alcuni amministratori e allevatori della conca. L’obiettivo è quello di confrontarsi con chi sta condividendo le stesse dinamiche, e in particolare con i rappresentanti dei territori della Val di Sole, di Sondrio, della Val Chiavenna e Verbania Cusio Ossola. 

L’UNIONE EUROPEA
La seconda novità è quella di una settimana fa. In quella data la Commissione europea ha proposto di modificare lo status di protezione dei lupi da “rigorosamente protetti” a “protetti” sulla base di nuovi dati sull’aumento delle popolazioni e sul loro impatto. Un cambiamento che, una volta adottato, renderebbe più flessibile la gestione di questo predatore in Europa e ne permetterebbe la caccia ad alcune condizioni.  

IL SINDACO
Una decisione su cui riflette il primo cittadino di Chies d’Alpago Gianluca Dal Borgo: «La commissione europea ha recepito che ormai la situazione del lupo predatore è ormai fuori controllo se è vero che in Italia ci sono più lupi di quanti non ne abbiano Francia, Svizzera, Danimarca, Austria, Germania, Slovenia e Ungheria messe insieme e le predazioni di animali affettivi che in Italia dal 2015 ad oggi sono state più di 3.300. Ciò ha creato un impatto sociale, ambientale e economico molto importante nei territori europei. Una decisione, quella della commissione, assunta dopo le sollecitazioni arrivate dal Parlamento europeo» Ma Dal Borgo precisa: «Di fronte a questa certificazione che il lupo è dannoso, attraverso l’articolo 16 della direttiva Habitat, l’Europa aveva già raccomandato agli stati membri di andare in deroga per il contenimento. E la regione Veneto, visto quello che è successo nella conca dell’Alpago, avrebbe già avuto la facoltà di andare in deroga. Una decisione che poi dovrebbe comunque ottenere il parere di Ispra e l’autorizzazione del ministero competente». Come al solito, le considerazioni di Dal Borgo tengono conto anche di quanto avviene altrove. Il sindaco infatti aggiunge: «Proprio grazie a questa deroga, Francia e Svizzera provvedono già al contenimento del lupo da un bel po’ di anni. Si sa che la scienza è sempre più avanti della politica e va tenuto conto che la corretta gestione del lupo sarebbe un bene soprattutto per il lupo stesso, sennò il rischio è che la gente faccia da sé. E in questo contesto l’Italia ha paura di andare in deroga solo per questioni politiche, per paura delle proteste. Quali? Quelle degli ambientalisti e quindi per la preoccupazione dei voti che provengono da quell’area. Ma l’Unione Europea ha dato un segnale importante». 

NESSUNA ILLUSIONE


In Alpago, comunque, nessuno si fa illusioni anche perché «per modificare la norma europea del predatore, da altamente protetto a protetto , ci vorranno comunque ancora anni e quindi è ancora presto per cantare vittoria». E in occasione del Natale, come biglietto augurale Dal Borgo ha inviato ai propri concittadini e ai suoi colleghi sindaci il testo della poesia scritta da Antonio Chiades “I lupi di Natale” che comincia così: «I lupi escono all’imbrunire, con le luci di Natale che brillano sull’Alpago. Stanno insieme senza finzioni, indossano sempre lo stesso vestito, si riconoscono dagli occhi, dai suoni indistinti della voce”» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino