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LA SICUREZZA BELLUNO «Il lupo non attacca l’uomo», dice chiaramente il tenente Michele Ravaglioli, vice comandante del gruppo dei carabinieri forestali di Belluno. Ma mette in guardia, l’uomo non “attacchi” il lupo cercando di farsi giustizia da sé: «Anche solo rincorrerlo senza motivo, sottoporlo a stress, configura il reato di maltrattamento di animale», dice il tenente, che è alla guida del Nipaaf provinciale, dall’aprile 2020, ovvero l’acronimo del Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale. IL RISCHIO Il predatore è ricomparso sulle prealpi bellunesi nel 2017 e da allora, le sta ripopolando. Il rischio, di cui ha recentemente parlato il consigliere provinciale Massimo Bortoluzzi è che si arrivi a farsi giustizia da sé. L’esasperazione di allevatori e hobbisti, infatti, può sfociare in condotte che sarebbero anche penalmente perseguite, se messe in atto. «Farsi giustizia da sé – esordisce il tenente Ravaglioli - è un reato, sia che questo comporti l’uccisione sia che comporti un maltrattamento dell’animale. Ci riferiamo, in particolare, a normative che tutelano oggetti giuridici diversi: da un lato la 189 del 2004 che tutela il sentimento di pietà verso gli animali, indistintamente selvatici o domestici, e che riguarda il singolo individuo in quanto essere vivente e non la specie. Dall’altro lato la 157 del ‘92 che tutela invece la specie in quanto interesse della comunità nazionale ed internazionale». I CONTROLLI «Abbiamo fatto e faremo indagini puntuali in tal senso – afferma il comandante del Nipaaf, Ravaglioli -. Come carabinieri forestali stiamo monitorando anche lo stato di salute di questo predatore nel Bellunese, nell’ambito del progetto Life WolfAlps, che intende coordinare azioni volte a migliorare questa coabitazione attraverso la comunicazione e la prevenzione». «Con il recente ritorno naturale dei lupi è fondamentale infatti fornire ai cittadini gli elementi per affrontare in sicurezza e serenità questa nuova presenza - prosegue il comandante -. Si tratta di un grande predatore e come tale esso occupa il vertice delle catene alimentari ponendosi così come bioindicatore, ossia indice vivente, di salute dei nostri ecosistemi forestali. Il ruolo svolto dal lupo regola la densità delle popolazioni degli ungulati il cui sovraccarico potrebbe portare a problemi di rinnovazione forestale e a un indebolimento delle stesse popolazioni predate». Inoltre il tenente sfata il mito che il lupo attacchi l’uomo. «Anzi si tiene a distanza dall’uomo, perché lo teme percependolo come una minaccia. Si ricorda che nelle passeggiate nel bosco il cane – tiene a precisare – va condotto al guinzaglio per evitare che arrechi danni alla fauna selvatica, diversamente sono previste sanzioni amministrative.
Il Gazzettino