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ALPAGO - Prove estreme di convivenza fra lupo e uomo. Accade – è accaduto - in Alpago, a Cornei a 500 metri dal centro abitato, dove ieri il lupo ha colpito attaccando e uccidendo una cerva, ma l’uomo si è impadronito dei resti. Non ci sono testimoni né dell’assalto che il branco di lupi, né del furto di quasi tutto l’animale perpetrato da persone non ancora identificate. Ma come nei migliori gialli la Polizia Provinciale sta lavorando sugli indizi che il ladro ha lasciato. E ci sono anche le impronte. Sporche di sangue. La traccia di uno scarpone di un uomo, che le orme del lupo. Perché va subito chiarita una cosa: chi, nottetempo, si è impadronito di quanto i lupi avevano lasciato in strada, ha commesso un furto perché l’animale è di proprietà pubblica. Un furto ai danni dello Stato, insomma. Va anche detto che il colpevole o i colpevoli forse non si rendono conto di cosa hanno rischiato e dei rischi che corrono ora. Ed in entrambi i casi il riferimento non è solo all’appropriazione indebita di un capo non suo.
LA PREDAZIONE
Innanzitutto i fatti accertati. I lupi hanno colpito poco prima delle 4 di ieri mattina. A quell’ora infatti lungo la strada della Valturcana, quella che dall’abitato di Tambre porta giù verso la frazione di Cornei, in territorio comunale di Alpago, sono scese due persone che si stavano recando al lavoro. Contattate, hanno chiesto di non comparire con il loro nome, ma hanno riferito che si capiva che l’assalto all’animale era avvenuto da poco, come testimoniano le foto: la cerva era stata solo azzannata e le era stato solo tolto il pelo e poco altro. Forse l’arrivo della macchina, con la persona che ha avvistato i lupi, ha indotto il branco a ritirarsi. Insomma: alle 4 probabilmente i lupi erano ancora in zona. A quel punto viene chiamata la riserva di caccia e contattato Daniele Saviane presidente di Puos. «Mi è stato spiegato - racconta Saviane - che c’era stata una predazione e ci è stato chiesto di andare a recuperare la carcassa. Nemmeno il tempo di arrivare che i resti erano spariti: ed è stata sicuramente opera di un uomo, un pazzo direi visto che la saliva dei lupi potrebbe aver contaminato quelle carni».
LA “PREDAZIONE” DELL’UOMO
In pochi minuti insomma, come ben documentano le fotografie, la strada è stata velocemente ripulita di quanto il ladro ha ritenuto potesse essergli utile. Erano rimaste le cosce, parte dell’addome la testa, insomma non c’era molto, ma abbastanza da indurre qualcuno a rubare. Un’azione fulminea, da professionista verrebbe da dire. Ma chi l’ha compiuta ha senz’altro sottovalutato che i lupi potevano essere ancora nei pressi e quindi non è escluso che sarebbero anche stati in grado di intervenire per difendere la loro preda. Non solo. L’ignoto ladro non ha nemmeno considerato che le carni che si è portato a casa potrebbero essere infettate nel caso i lupi non fossero sani. «A quel punto ci siamo limitati a pulire il sangue dalla carreggiata», conclude il presidente Saviane ancora sconvolto dall’accaduto. «Non era mai successo», ribadisce.
IL GIALLO
Un giallo, si diceva.
Il Gazzettino