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CHIES/TAMBRE - Tre episodi in dieci giorni. Per tre volte, sempre nella conca dell’Alpago, i cani maremmani hanno rincorso e accerchiato persone che percorrevano le strade dei paesi. È successo a Tambre e a Chies. E Daniele Barattin, uno dei protagonisti suo malgrado di uno di questi episodi, non ha dubbi: «Io la soluzione ce l’ho». Era venerdì quando Daniele, di Chies, si stava dirigendo verso la frazione di Funes per riprendersi l’automobile lasciata in officina. «Ero con mia figlia 16enne – racconta – quando siamo stati prima puntati, poi accerchiati, annusati ed infine spinti contro un muro da tre cani maremmani». I cani maremmani da guardianìa sono una delle misure da assumere – questo il consiglio della Regione Veneto – per proteggere le greggi dalle predazioni del lupo. «Non è stato un bel momento: io non sapevo cosa fare e la mia preoccupazione era fortissima soprattutto per mia figlia. Per fortuna è arrivato il pastore che è riuscito a richiamare i tre animali».
L’ALLARME
Ma oltre a riferire quanto gli è capitato, Barattin fa alcune considerazioni: «Una volta in salvo, ho informato il sindaco ed i Carabinieri Forestali.
SUL TERRITORIO
Gli altri due episodi sono accaduti nel territorio comunale di Tambre. L’ultimo in ordine di tempo risale a lunedì pomeriggio ed a riferirli è il vicesindaco Ueli Costa, perché le vittime hanno informato il comune di quanto loro occorso. Erano le 17,30 di lunedì quando un ragazzo stava portando a passeggio il proprio cane: «Mentre camminava da solo è stato puntato ed avvicinato da due cani maremmani – riferisce Costa – non sapeva come potersi mettere in salvo. Il caso e la fortuna hanno voluto che proprio in quel momento di lì passasse un automobilista che ha visto il ragazzo in difficoltà, gli si è avvicinato e lo ha fatto salire in macchina». Infine, dieci giorni fa, l’episodio meno pericoloso, ma comunque significativo. Una signora, dopo aver terminato il proprio turno di lavoro a Puos verso le 23, è arrivata in centro a Tambre salendo lungo la strada che parte da Borsoi: «Ed arrivata in piazza la sua macchina è stata presa di mira da un cane maremmano». Nessun pericolo, naturalmente, con la signora che ha poi proseguito sino a casa seminando il cane. Per Ueli Costa quanto sta accadendo era tutto previsto: «E noi lo avevamo già detto. Nel momento in cui è stata proposta la soluzione dei cani maremmani per difendere le greggi, avevamo paventato potesse succedere questo. Ognuno ha diritti: i pastori devono difendersi dai lupi, ma né i cittadini, né i turisti, né quanti vogliono muoversi in bicicletta sono più liberi di farlo. Come avevamo previsto è in atto una guerra sociale fra pastori e cittadini. Tutti hanno ragione e noi amministratori siamo messi continuamente in mezzo senza poter fare qualcosa. Ma qualcuno deve pur prendere una decisione». Infine un affondo contro la politica: «Noi non siamo certo esperti di lupo. Ma la politica dovrebbe ascoltare il territorio e chi lo conosce. E invece ciò non accade».
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Il Gazzettino