Belluno. L'allarme di Coldiretti: «È urgente ridurre la presenza del lupo»

«Siamo fiduciosi, intanto diano via libera ai proiettili in gomma»

L'allarme di Coldiretti: «È urgente ridurre la presenza del lupo»
BELLUNO - La Coldiretti torna ad alzare la voce contro i lupi che starebbero minando la sopravvivenza di greggi, asini e bovini. Le predazioni, afferma la presidente dei...

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BELLUNO - La Coldiretti torna ad alzare la voce contro i lupi che starebbero minando la sopravvivenza di greggi, asini e bovini. Le predazioni, afferma la presidente dei Coltivatori diretti bellunesi, Chiara Bortolas, «sono cominciate prima rispetto agli altri anni. E sono in crescita nonostante le recinzioni. E interessano ampie zone». In particolare l'Alpago, ma sono segnalate presenze importanti in Valbelluna «con lupi confidenti a Cortina, nella zona di Zoldo, Selva di Cadore fino a San Vito. In pratica le malghe fino al Giau e al Falzarego. Ma anche a Federa».

Il problema non è solo l'anticipo della stagione delle predazioni, spiega la Bortolas, quanto piuttosto il fatto che, stando ai dati diffusi anche dall'Università di Padova, la provincia di Belluno è comunque l'area dove è stato installato il maggior numero di recinti a protezione di greggi e malghe. «Hanno anche cominciato ad utilizzare i cani di guardiania, ma questi - prosegue la presidente Bortolas non bastano più. Si arriva al colmo, con allevatori che presidiano l'allevamento o le greggi di notte. Ma chi sopporta questi costi?».

Da Coldiretti arriva quindi una richiesta forte alla politica: «Aiutate gli allevatori a sostenere i costi per difendere gli animali. Altrimenti molte malghe chiuderanno. Sta già succedendo con quelle che erano gestite da altoatesini, che non hanno più riconfermato la presenza dopo aver constato la massiccia presenza del lupo» insiste la presidente. La Coldiretti fa parte del progetto, «che si chiama Melken, che si avvale di numerosi partner e della collaborazione dell'Università degli Studi di Padova, della Coldiretti Veneto e del Club Alpino Italiano (Cai) spiega il direttore Coldiretti, Michele Nenz -, indirizzato allo studio del comportamento dei lupi nei confronti delle mandrie al pascolo in quota, per salvaguardare e valorizzare il grande patrimonio malghivo». Patrimonio che consta di oltre 700 strutture localizzate tra la Lessinia e le Dolomiti, passando per l'altopiano di Asiago e il Monte Grappa.

In molte zone, grazie ai volontari del Cai si lavora alle recinzioni con costi stimati, da Coldiretti, in oltre 6,7 mila euro di materiali. Coldiretti afferma che i branchi sono molti e anche confidenti, ovvero senza timore dell'uomo. «Ci chiediamo - conclude l'associazione - che si arrivi rapidamente al Piano di contenimento (abbattimento, ndr) del lupo a livello nazionale e che in provincia si adotti immediatamente un protocollo per la dissuasione con proiettili di gomma che renda l'intervento eseguibile da subito, nel caso di lupi confidenti o attacchi ripetuti».

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Il Gazzettino