«Io tra gli schianti di Vaia e i lupi che ululavano intorno a me: ho avuto paura»

Il gestore del Rifugio Carota a tu per tu con i lupi
BELLUNO A tu per tu coi lupi. Luca Pellegrinotti, gestore della trattoria rifugio Carota a Pieve d’Alpago, racconta l’escursione da paura che ha vissuto giovedì...

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BELLUNO A tu per tu coi lupi. Luca Pellegrinotti, gestore della trattoria rifugio Carota a Pieve d’Alpago, racconta l’escursione da paura che ha vissuto giovedì scorso, quando era andato a fare una passeggiata appena sotto il monte Dolada, in comune d’Alpago. Tutto è iniziato con un fruscio. Lo aveva insospettito, ma ha proseguito nel suo commino. Erano circa le 17.30, un orario ritenuto sicuro, considerando che c’è ancora luce. Era in una zona degli schianti del ciclone Vaia: non era ancora in buone condizioni e probabilmente era una frequentata solo da animali. Quando ha sentito quelle presenze, senza mai vedere niente, si è intimorito e ha pensato al predatore. Ha cominciato quindi a ritornare verso la sua macchina, ma quei passi lo seguivano. Ad un certo punto ha sentito ululare. 


LA TESTIMONIANZA
«Giovedì scorso mi son detto: faccio camminata, lascio quindi la mia macchina in zona Dolada e mi incammino - racconta Luca Pellegrinotti -. Già dopo 150 metri, sento alcuni rumori, simili a fruscii. Niente di strano, penso. Saranno animali che si muovono, ma non ho visto nulla». «Quello è un bosco di faggi, al lato opposto sento che ci sono degli animali che si muovono - prosegue -. Allora calpesto con energia il terreno, infrango rami secchi con il piede e poi mi fermo per vedere se quella presenza si ferma o prosegue, così come solitamente fanno i selvatici». Ma appena il gestore del rifugio Carota si ferma, cessa anche il rumore tra il bosco. «A quel punto - dice il gestore che ammette di aver avuto paura - abbandono l’idea di continuare la mia passeggiata, e inizio ad abbassarmi di quota per arrivare verso la strada, solamente che in mezzo agli schianti risulta molto faticoso lo spostamento. Mi fermo per ragionare. A quel punto hanno cominciato a ululare. Li sentivo vicini con una fermezza e lucidità, ben lontana dall’esagerazione posso dire che ne avevo gran parte intorno. Ma non li ho visti, sentivo che ululavano. Erano circa le 17.30 o le 18. Mi trovavo da solo». Il centro abitato più vicino si trovava a 300 metri in linea d’aria, parliamo del paesino di Plois d’Alpago. «In quel momento ho preso il cellulare e ho chiamato casa, dicendo di venire a prendermi - confessa -. Mi ero allontanato troppo dalla macchina, mi ero incamminato di traverso per superare gli schianti che impedivano il passaggio e lo spavento è stato grande». 


L’APPELLO


L’uomo quindi racconta di non aver più cercato la via migliore da percorrere, cercava solo di allontanarsi per il ritrovo con l’auto del parente: «Sono stato fortunato a non farmi male. C’è una reazione strana quando capitano questi incontri. Quando ci ho riflettuto ho pensato: è molto strana la situazione. Se volevano mandarmi via, potevano farlo subito. Invece hanno preferito starmi intorno, spiarmi». Una cosa è certa, Luca Pellegrinotti riferisce che, d’ora in poi a fare una passeggiata «andrò in compagnia. Ed è quello che consiglio anche agli altri». «Io non sono un esperto, ma si dice che i lupi temono l’uomo - prosegue -. E in effetti io ho sempre camminato indisturbato, probabilmente questa volta ho frequentato un’area che ritenevano loro. O potrebbero essere lupi di nuova generazione. Si fanno vedere di giorno, hanno camminato in mezzo al paese solo poche settimane fa. Il fatto preoccupa e fa venire dei dubbi». Che magari non fossero lupi, ma ibridi? Il gestore non sa e non può rispondere, riferisce però di avere «avuto paura, a sentirli ululare. Stavolta la cosa mi ha preoccupato», ammette Pellegrinotti. Un ultimo consiglio, oltre a quello di frequentare la montagna in compagnia, a chi si avventura per quelle zone dell’Alpago è «rimanere sui sentieri maestri», suggerisce il gestore del rifugio Carota, in località Carota a Pieve d’Alpago. 
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Il Gazzettino