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CHIES D'ALPAGO - Ennesima predazione da parte del lupo vicino al centro abitato di Chies d'Alpago, in via Tarcogna, in località Lamosano, nella notte fra lunedì e martedì. Una pecora è morta sbranata mentre si trovava all'interno del recinto dell'allevamento ovicaprino di Adriano Pedol. La stessa attività, peraltro, subì una predazione simile all'inizio dello scorso luglio: quella volta morirono sei pecore.
L'INTERVENTO
Stando a quanto riportato dallo stesso Pedol, «è stato pure molto complicato far uscire il lupo dalla recinzione. Questo ci fa capire che l'animale non ha paura di nessuno, men che meno dell'uomo».
IN CAMPO
Alla luce dell'ultimo episodio, Cia Belluno prende una forte posizione rispetto ad una criticità che sta mettendo in crisi l'intero comparto agricolo locale. «In primo luogo osserva il presidente di Cia Belluno, Rio Levis serve un serrato confronto con le istituzioni.
IL CONTESTO
«Se già adesso, con un numero limitato di lupi, la situazione è questa sottolinea Levis - con predazioni ormai quotidiane, cosa accadrà tra qualche mese?». Il tema del lupo, e più in generale dei grandi predatori, sta diventando un'emergenza pure in termini di pubblica sicurezza: «L'attacco al gregge di Adriano Pedol, il secondo in pochi mesi, è avvenuto lungo la via di un paese, a pochi passi dalle abitazioni». Cia, infine, sostiene con determinazione la modifica della legge 157 del 1992 denominata Norme per la protezione della fauna selvatica. «Si tratta di una normativa superata. Nell'attuale contesto serve andare al di là del principio della protezione per giungere a quello di una corretta gestione della fauna selvatica». «Pare ci sia un'apertura da parte del Governo conclude il presidente - continueremo a tenere alta l'attenzione sulla tematica in tutte le sedi opportune».
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Il Gazzettino