Consulenza-choc: «Compiano malato di collezionismo»

Luigi Compiano
TREVISO «Affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo che lo porta a una tendenza patologica al collezionismo». Luigi Compiano, imputato a Treviso per appropriazione...

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TREVISO «Affetto da un disturbo ossessivo-compulsivo che lo porta a una tendenza patologica al collezionismo». Luigi Compiano, imputato a Treviso per appropriazione indebita e bancarotta documentale e impropria della North East Service, il gruppo di vigilanza privata fallito in un crac da oltre 100 milioni di euro, sarebbe preda di una sindrome psichiatrica. A stabilirlo è una consulenza psichiatrica depositata dalla difesa dell’ex imprenditore nel corso dell’ultima udienza del processo. Ad analizzare Compiano è stato Enrico Smeraldi, psichiatra e direttore del dipartimento di psichiatria dell’ospedale San Raffaele di Milano. Questo spiegherebbe non solo le collezioni milionarie che il 66enne ex patron del vigilanza avrebbe raccolto negli anni, ma soprattutto perché ne abbia finanziato l’acquisto con i soldi della Nes, prelevandoli direttamente dal caveau di Silea dove erano custoditi i contanti di varie istituzioni; banche soprattutto, poi i liquidi dell’Ika e di gruppi della grande distribuzione.

 LA TESTIMONIANZA Gli accertamenti, spiegati dallo stesso Smeraldi che in aula ha risposto alle domande della difesa, diagnosticherebbero un disturbo grave e serio che avrebbe indotto Compiano ad accumulare auto, moto e barche in maniera “compulsiva” e incontrollabile. Il processo prese avvio a sei anni da quando è stato scoperto l’ammanco milionario. Davanti al collegio Luigi Compiano ci è arrivato dopo la controversa udienza preliminare al termine della quale il gup Angelo Mascolo aveva derubricato una delle accuse principali da bancarotta fraudolenta in appropriazione indebita aggravata, limando così non solo l’eventuale quantificazione della pena in caso di condanna ma anche i termini di durata della prescrizione, che aleggia come un convitato di pietra sull’intero procedimento. Già nel 2001 l’inchiesta ha rivelato come Massimo Schiavon, che era il responsabile della sala conta, avesse documentato in una nota informativa l’assenza dal caveau di 3 miliardi di lire: 1 miliardo e 100 milioni di banconote false, danneggiate o mancanti per furti e rapine e 1 miliardo e 900 milioni di “prelievi personali” di Compiano. Denaro che era Schiavon stesso, seguendo le disposizioni del titolare, a prelevare materialmente dal caveau e sostituire con assegni firmati dal patron.
CONTABILITA’ SEGRETA
Alla fine sono stati due tecnici della Nes a guidare la Guardia di Finanza nel sistema informatico fino a svelare la “contabilità segreta” nella quale Compiano segnava tutti i prelievi, denaro portato via a chi pagava canoni d’affitto per custodirlo in sicurezza. Tredici di loro si sono costituiti parte civile nel processo e stanno ora sfilando in aula per raccontare come hanno scoperto gli ammanchi. Come Veneto Banca e Intesa San Paolo, che il 2 ottobre 2013 si presentarono alla finanza a Treviso per denunciare la sparizione di 28 milioni di euro dal caveau di Silea della North East Services. In poche ore la notizia divenne fu resa pubblica, finendo per allertare anche gli altri clienti che solo così seppero che il loro denaro aveva preso il volo. Fu l’inizio della fine. L’inchiesta fece il resto e una volta estromesso il patron dalla direzione del gruppo, la North East poco dopo sarebbe finita in amministrazione straordinaria in un vano tentativo di salvataggio. Fino all’ultima tappa, quella del fallimento. Dietro di sé il “buco” lasciò non solo debiti a sei zeri ma soprattutto centinaia di dipendenti senza più lavoro.


LA DIFESA Il legale di Compiano, l’avvocato Piero Barolo, nega che la mossa abbia come obiettivo far riconoscere l’ipotesi della seminfermità mentale al 66enne, che ha accumulato qualcosa come 434 auto, 159 moto e motorini, 58 barche off-shore e 134 biciclette oltre a tappeti e quadri d’autore, tutto finito all’asta a parziale risarcimento dello Stato e dei creditori. Tuttavia questa sembra la strada intrapresa dalla difesa, stretta di fronte all’evidenza dei fatti. Insomma, il vizio di Compiano avrebbe ragioni che vanno ben oltre il gusto edonistico per le cose belle. Secondo lo psichiatra di parte che ha steso la relazione tutto sarebbe frutto di un patologia mentale che, come il canto della sirena, induceva l’ex patron della North East ad avere bisogno di grandi quantità di denaro per soddisfare il suo desiderio compulsivo. 
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Il Gazzettino